106 anni fa il il primo genocidio del XX secolo. Oggi è il “Medz Yeghern”, il grande crimine

Nel 1973 la Commissione dell’Onu per i diritti umani riconobbe ufficialmente il Genocidio Armeno come il primo genocidio del XX secolo, dove un milione e mezzo di armeni furono sterminati in Turchia tra il 1915 e il 1916.

Ma esattamente cos’è davvero successo? Prima della Prima guerra mondiale, nell’Impero ottomano si era affermato il governo dei “Giovani Turchi“; movimento politico della fine del XIX secolo costituito allo scopo di trasformare l’impero allora autocratico in una monarchia costituzionale. Il movimento temeva che gli armeni potessero allearsi con i russi, di cui erano nemici. Nel 1913, il Comitato di Unione e Progresso fondò la “Organizzazione speciale” e nel 1914, il governo ottomano prese la decisione di rilasciare i criminali dalle carceri centrali che rappresentarono in seguito gli elementi centrali di questa organizzazione speciale di recente formazione. 

Gli omicidi iniziarono nella notte tra il 23 e il 24 aprile del 1915 quando furono eseguiti i primi arresti tra l’elité armena di Costantinopoli. I rastrellamenti continuarono anche nei giorni successivi; nel giro di poche settimane furono più di mille gli intellettuali armeni, tra cui giornalisti scrittori, poeti e parlamentari, deportati verso l’interno dell’Anatolia e massacrati lungo la strada.

Un genocidio con più di un milione di morti

Il genocidio armeno causò circa 1,5 milioni di morti; secondo il Patriarcato armeno di Costantinopoli, nel 1914 gli Armeni anatolici circa 2.100.000 persone. Molti storici tendono a considerare le motivazioni utilizzate dai Giovani Turchi come una propaganda; tengono anche  a sottolinearne che il progetto politico mirava alla creazione in Anatolia di uno stato turco etnicamente omogeneo. Altri studiosi, sostenendo l’inesistenza di un progetto di genocidio, richiamano l’attenzione sul fatto che non tutti i numerosi armeni di Istanbul furono coinvolti nel massacro; soprattutto che non fu approntato un piano sistematico di eliminazione paragonabile a quello messo in pratica dai nazisti contro gli ebrei durante la Seconda guerra mondiale.

Dall’inizio del 1915 gli armeni maschi in età da servizio militare erano stati concentrati in “battaglioni di lavoro” dell’esercito turco e poi uccisi; il resto della popolazione fu deportato verso la regione di Deir ez Zor in Siria con le marce della morte; deportazioni che coinvolsero più di un milione di persone. Migliaia e più di loro morirono per fame, malattia, sfinimento o furono massacrati lungo la strada.

Il nostro Paese ha ufficialmente riconosciuto il genocidio il 10 aprile 2019 tramite la seduta numero 160. Molti altri paesi, tra cui finora gli Stati Uniti e Israele, continuano a non usare il termine genocidio per timore di una crisi nei rapporti con la Turchia. 

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