12% di lavoratori a rischio in Italia

Secondo l’Istat, nella memoria per la Commissione Lavoro del Senato, nel 2019, tra gli Stati membri dell’UE, la quota più elevata di occupati a rischio di povertà è quella della Romania (15,7%). Seguono la Spagna e Lussemburgo (rispettivamente 12,7 e 12,1%). L’Italia si colloca in quarta posizione (11,8%) mentre in Finlandia si registra il valore più basso (2,9%).

In base ai dati del 2018 i lavoratori nel settore privato ‘extra-agricolo’ le posizioni lavorative “a bassa retribuzione” – quelle cioè con retribuzione oraria inferiore ai 7,66 euro lordi – sono circa il 6% del totale delle posizioni e si concentrano tra gli apprendisti (tra i quali rappresentano oltre il 28%) e gli operai (il 7,1%).

La diffusione delle posizioni “a bassa retribuzione” è leggermente superiore tra le donne rispetto agli uomini (6,5% contro 5,5%).  Ma anche tra le persone nate in un Paese straniero rispetto a quelle nate in Italia (8,7% contro 5,4%) . Dicasi altrettanto tra i giovani sotto i 29 anni rispetto alle classi di età più elevate (10,9% contro valori inferiori al 5%).

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