Intervista alla prima donna Palombaro della storia della Marina Militare Italiana

Sui palombari ha scritto anche Pablo Neruda, poeta e diplomatico cileno, considerato una delle più importanti figure della letteratura latino-americana del Novecento, definito da Gabriel Garcia Marquez «il più grande poeta del XX secolo  e che è stato insignito nel 1971 del Premio Nobel per la Letteratura.

La sua  “Ode al palombaro”   termina con la frase: “Come tutte le cose che appresi nella mia esistenza, vedendole e conoscendole, forse imparai che fare il  palombaro è un mestiere difficile? No!…Infinito.

“Infinito”,  aggiungo, come infiniti sono gli abissi in cui si muovono i palombari, uomini e oggi anche donne in grado di condurre, quotidianamente, qualsiasi genere di intervento subacqueo anche in altro fondale, di  bonificare il mare da qualsiasi ordigno esplosivo, di  soccorrere gli equipaggi dei colleghi  sommergibilisti in difficoltà, di  indossare pesanti scafandri rigidi e articolati, di  diventare esperti artificieri subacquei e abili paracadutisti, in grado di portare soccorso in mare.

Il coraggio, la passione e le emozioni che suscita essere palombaro, ce le racconta nell’intervista che segue Chiara Giamundo, la prima donna Palombaro della Marina Militare Italiana che abbiamo avuto il piacere e l’onore di intervistare,  grazie alla preziosa collaborazione dell’Ufficio Comunicazione e Stampa dello Stato Maggiore della Marina e  del Comando Subacquei Incursori che ringraziamo per l’opportunità concessaci.

La regia del documento filmato è di Camilla Ballarin.

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