L’Agenzia Spaziale Europea, che utilizza i satelliti per monitorare la crisi climatica, ha reso noti i dati rilevati da Copernicus, satellite di riferimento per l’osservazione della terra. Si tratta delle temperature registrate nel corso dello scorso anno che evidenziano numeri tutt’altro che incoraggianti e che confermano che il 2023 ha registrato una temperatura media globale sulla superficie terrestre di 14,98 gradi centigradi, ovvero 0,17 in più rispetto al precedente valore annuale record del 2016.
Dal 1850, da quando la scienza monitorizza la temperatura media mondiale, non faceva così caldo, tanto che oggi possiamo affermare con assouta certezza che il 2023 è stato l’anno più caldo di sempre.
Secondo Copernicus la temperatura media dello scorso anno, superando di 1,48°C quella del cosiddetto periodo preindustriale, ovvero la seconda metà dell’Ottocento, è stata di 0,6°C superiore a quella del trentennio 1991-2020, ma non basta. Il 2023, infatti è stato il primo anno in cui la temperatura media di ogni giorno è stata superiore di almeno 1°C rispetto alla media del periodo preindustriale e ci sono state due giornate in cui l’aumento ha superato i 2 gradi che è la soglia limite che gli accordi sul clima vogliono impedire di sforare. Il 17 e del 18 novembre, infatti, si è registrato un aumento di 2,051 e 2,046°C rispetto alla media del periodo preindustriale.
Nel servizio di SkyTg24 la giornalista conduttrice Tonia Cartolano insieme al meteorologo Lorenzo Tedici spiegano il quadro evolutivo climatico nel nostro Paese.
Nel 2023 abbiamo registrato e subito molti eventi estremi dovuti, anche e forse soprattutto, al riscaldamento globale. L’alluvione è arrivata per due eventi di precipitazione estrema sull’Appennino. Nel mese di maggio, nell’Appennino ravennate come Casola Valsenio o San Cassiano sono caduti più di 500 mm di pioggia, che rappresentano 7-8 volte il valore medio mensile e più della metà della pioggia che dovrebbe cadere in un anno. Una quantità di pioggia caduta in un periodo molto ristretto, con due eventi piovosi della durata di circa una trentina di ore ciascuno. Le conseguenze sono note e quelle più pesanti si sono avute sul Ravennate e Forlivese.Gli esperti hanno sottolineato che l’alluvione in Romagna è stato il terzo peggior evento catastrofico mondiale del 2023, dopo il terremoto in Turchia-Siria e dopo l’episodio di grave siccità che ha coinvolto il Sud America.
Nel mese di luglio cè stato il drammatico tornado che ha di nuovo visto come protagonista il Ravennate settentrionale, tra Voltana, Alfonsine e Savarna. Un tornado di categoria IF 3 su una scala che arriva al massimo a 5, quindi un evento molto severo per l’Italia che ha risparmiato di travolere i centri abitati, dove avrebbe potuto avere conseguenze ancor più catastrofiche. Ha avuto un vortice di oltre un chilometro, è stato uno dei tornado più grossi che ci siano mai stati in Italia dal 1900 e come intensità siamo tra i primi 10 in tutta la Penisola. I danni conseguenti sono stati quelli che solitamente si registrano con raffiche della durata di almeno 3 secondi intorno ai 280-290 km orari.
Il 25 di agosto, in Italia, abbiamo avuto un’ondata di caldo tardiva con temperature che hanno sfiorato i 40 gradi, ma temperature altissime si sono registrate anche in ottobre. Il 9 ottobre sono state raggiunte massime fra 31 e 33 gradi. Addirittura in una località collinare come Brisighella sono stati raggiunti i 34 gradi.
Gli esperti prevedono che entro il 2070 questi eventi estermi potrebbero aumentare di intensità e frequenza, riuscendo pure a raddoppiarsi numericamente, qualora e la temperatura continuerà a salire con il ritmo che ha oggi.