Il Presidente Mattarella ha presenziato alla cerimonia del cambio di Stato Maggiore della Difesa

Alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, si è svolta la cerimonia di avvicendamento del Capo di Stato Maggiore della Difesa.

L’Ammiraglio di Squadra Giuseppe Cavo Dragone,  ha lasciato il comando dovendo assumere il 1 gennaio 2025 l’incarico di presidente del comitato militare della Nato. Gli gli è subentrato il Generale di Corpo d’Armata dell’Esercito, Luciano Portolano.

Presenti il Presidente del Senato della Repubblica, Ignazio La Russa, il Presidente della Camera dei Deputati, Lorenzo Fontana, il Presidente della Corte Costituzionale, Augusto Antonio Barbera; i Sottosegretari di Stato per la Difesa, Matteo Perego di Cremnago e Isabella Rauti, i Vertici delle Forze Armate, autorità civili, militari e religiose.

“In questo periodo storico complesso e difficile è più che mai necessario che le nostre Forze Armate continuino a evolvere per fronteggiare sfide nuove e minacce che mettono in discussione i nostri principi e il nostro sistema di valori” – ha detto nel suo intervento il Ministro Crosetto, sottolineando che in un mondo in continua evoluzione occorre preservare un principio fondamentale: “la Difesa è e deve rimanere un baluardo di libertà, democrazia e rispetto del diritto internazionale, opponendosi con decisione a chi lo minaccia. Ciò implica un approccio nuovo, un venir meno delle gelosie nazionali e delle politiche frammentarie. Dobbiamo rendere più efficiente il nostro sistema produttivo e più efficaci e interoperabili le nostre Forze Armate.”

Nel precedente incarico il Generale Portolano ricopriva l’incarico di Segretario Generale della Difesa e Direttore degli armamenti.

Portolano ha un profilo professionale di primissimo piano, con una vasta esperienza operativa e di comando, che comprende incarichi delicatissimi e di primissimo livello in campo nazionale ed internazionale,

E’ stato al comando di tutte le principali missioni internazionali delle nostre Forze  Armate e in particolare ricordo l’attacco di ESCHO da parte un gruppo di miliziani Talebani  afghani ai nostri militari,  durante la missione in Afghanistan e respinto prontamente dalla nostra Task Force  45 che era posta sotto il comando proprio del Generale Portolano.

 Da oggi Portolano  è chiamato a gestire le Forze Armate in un momento di grande complessità e profondo rinnovamento, reso ancora più critico dai conflitti in atto.

Durante la cerimonia si sono succeduti gli interventi del Capo di SMD uscente, del Capo di SMD subentrante e del Ministro della Difesa Guido Crosetto che nel 2024 ha stanziato due miliardi di euro per le missioni internazionali delle quattro Forze Armate. Le unità impiegate nelle oltre 40 missioni in corso, sono circa 12.000, dei quali poco meno di  1200 sono impegnate in Libano nella Missione Unifil e nella missione Mibil, dedicata all’addestramento dell’esercito e delle Forze di Polizia libanesi e per le attività di sostegno alla popolazione civile.

Attualmente la missione presente in Cisgiordania nella città di Hebron che comprendeva circa 60 unità dell’Arma dei Carabinieri, è stata ridotta a 20, per ordine del Ministro della Difesa Crosetto, a seguito dell’attentato del 7 ottobre scorso.

Voci non confermate riferiscono che il Comandante delle Forze multinazionali delle NU starebbe valutando l’ipotesi di creare un Comando a guida italiana, e probabilmente a carico dell’Arma dei Carabinieri, per rinforzare il contingente militare che avrebbe il compito di addestrare l’esercito e le Forze di Polizia libanesi, dopo, però, che siano stati raggiunti gli accordi di pace e che Hezbollah “ceda le armi” alle Forze Armate regolari. Un’ipotesi che in base agli attuali accadimenti, sembra essere ancora molto lontana dal potersi realizzare, ma non impossibile.

Sebbene in un contesto politico militare diverso, ma altrettanto drammatico, la NATO in occasione della guerra nel Kosovo, ha creato una struttura simile con l’Arma dei Carabinieri, che è  a Capo della Multinational Specialized Unit della NATO.

Questi ultimi, pur avendo compiti di Polizia Militare con competenze dirette sui contingenti dei vari Paesi della NATO presenti con un proprio Reparto in Kosovo, nel corso degli anni hanno addestrato le Forze di Polizia kosovare, rendendole oramai abbastanza autonome nella gestione dei compiti ad esse affidate e oggi continuano a svolgere attività di assistenza alla popolazione civile come del resto fa il Contingente dell’Esercito a cui è affidato il controllo militare e l’attività di sostegno alle Autorità locali del settore Ovest del Paese.

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