Che ci sia un atavico problema nei rapporti della Turchia con l’Europa, è noto a tutti come lo sono la gestione non ortodossa dell’economia, la repressione del dissenso, tanto che il “nuovo corso” della Turchia promessa da Erdoğan assomiglia molto al paese che il suo Partito per la “giustizia” e lo sviluppo (AKP) ha governato negli ultimi 21 anni. Insomma, come dire che ben poche sono le cose che il leader turco ha cambiato rispetto ai tempi iniziali del suo mandato.
Eppure in un paese in cui le libertà sono soggette ad un regime che fa riferimento quasi esclusivamente al volere del suo leader maximus, ci sono delle isole di libertà che non vi sareste mai aspettati e che riguardano invece proprio uno dei pilastri fondamentali sui quali si fonda la democrazia: sono isole di cultura, anzi isole per il recupero di pezzi della cultura che scelleratamente sono finiti nei rifiuti.
Ce lo racconta in questo articolo Sebastien Poulin, copywriter ed esperto di tematiche legate alla sostenibilità.
In un mondo dove il valore della conoscenza è inestimabile – scrive Poulin – troppi libri vengono scartati e dimenticati, come fossero oggetti privi di significato. Ma in Turchia, un gruppo di operatori ecologici ha avuto un’idea straordinaria: hanno deciso di raccogliere tutti i libri buttati via e trasformarli in una biblioteca unica nel suo genere, accessibile a tutti e nata dalla solidarietà e dall’amore per la lettura.
Questa iniziativa, avviata nella città di Ankara, è un esempio concreto di come il recupero e il riciclo possano assumere un significato sociale profondo. Gli operatori ecologici, anziché limitarsi a smaltire i libri raccolti tra i rifiuti, hanno iniziato a selezionarli e a metterli da parte. Così, giorno dopo giorno, è nata una biblioteca in cui ogni libro racconta una storia non solo nel suo contenuto, ma anche nel suo percorso di “salvataggio”.
Oggi, questa biblioteca rappresenta non solo un luogo di accesso alla cultura, ma anche un simbolo di inclusione e di speranza. Aperta a tutti, dagli studenti ai pensionati, dai giovani lettori agli appassionati di ogni età, questa biblioteca promuove l’idea che la cultura deve essere accessibile a chiunque, indipendentemente dalla condizione economica o sociale.
Pensateci un attimo: ogni libro salvato dalla spazzatura è un’opportunità in più per qualcuno di imparare, di sognare, di crescere. Questa biblioteca mostra come un piccolo gesto di solidarietà possa diventare un movimento che arricchisce l’intera comunità.
In un mondo in cui i beni materiali tendono a prevalere sui valori culturali, questa iniziativa ci ricorda quanto sia importante proteggere e diffondere la cultura. E se tutti noi facessimo la nostra parte? Magari donando i libri che non leggiamo più, supportando progetti simili o semplicemente promuovendo l’importanza della lettura, potremmo costruire un mondo più inclusivo e ricco di opportunità.
Grazie agli operatori ecologici di Ankara, oggi la lettura diventa un diritto alla portata di tutti. E questo è solo l’inizio: se più città adottassero questo modello, potremmo davvero immaginare un futuro dove nessun libro finisce più nella spazzatura e ogni cittadino ha accesso al sapere.