Kiev

A due passi…dal conflitto

I 27 paesi dell’alleanza atlantica non intendono riconoscere l’annessione delle quattro regioni ucraine alla Russia, nonostante le inquietanti e minacciose parole pronunciate dal Presidente Vladimir Putin che rivendica l’annessione come risultato di un referendum che sappiamo essere totalmente falso e inattendibile perché sostenuto con la forza delle armi che hanno imposto ai cittadini ucraini di votare a favore dell’annessione contro la loro volontà. La reazione della NATO  è stata durissima, pronta ed immediata, sia da parte del Consigliere per la Sicurezza nazionale americana, Jake Sullivan, che ha precisato addolcendo la pillola per il mondo intero che “gli Stati Uniti, prendono le minacce russe molto seriamente e ne discutono direttamente con la Russia, compreso – ha precisato – il tipo di risposta che daremmo, nel caso Mosca decidesse di usare armi atomiche”.

Sullivan ha comunque avvertito il mondo intero che i soldati americani sono pronti ad ogni evenienza.

Duro e determinato anche l’intervento del Presidente  americano Joe Biden che ha detto testualmente: “Siamo preparati a difendere ogni centimetro della Nato”, lasciando intendere che i Contingenti della NATO in Europa sarebbero pronti a intervenire militarmente in caso di minacce e azioni militari da parte della Russia, ovunque ce ne fosse bisogno.

Si prevede, pertanto, un’estensione del livello di allarme già in atto in tutti i Paesi della NATO  e che coinvolge ovviamente anche l’Italia.

Essere alleati in tempo di pace è un conto, ma essere alleati in tempo di guerra implica di dover sostenere gli alleati o peggio partecipare  alla guerra.

Dalla fine della seconda guerra mondiale non si era mai raggiunto un livello di allarme internazionale così elevato, a parte l’episodio di Cuba ai tempi dell’amministrazione Kennedy negli Stati Uniti e di Krushev a capo dell’Unione delle  Repubbliche Socialiste Sovietiche.

Oggi assistiamo ad uno scenario di conflitto inatteso e che si svolge in Europa, non molto distante dai nostri confini e che ci vede già impegnati con l’invio di un consistente contingente della nostra Difesa con  uomini, mezzi navali ed aerei a difesa dei paesi dell’alleanza che confinano con la Repubblica russa.

Quasi a voler esorcizzare il problema, molti pensano che la guerra nucleare sia da noi molto lontana perché come si è soliti dire “sarebbe la fine del mondo…”

Realisticamente le cose stanno diversamente.La guerra nucleare si combatte modernamente anche con le bombe nucleari cosiddette “tattiche”, che non hanno l’impatto devastante di quelle utilizzate dagli americani a Hiroshima e Nagasaki, ma che hanno ugualmente un effetto devastante mirato sugli obiettivi che colpiscono per un’area molto vasta che si estende anche al di là dei confini del paese colpito.

L’Italia è in prima linea in questo conflitto perché il Mar Mediterraneo, che storicamente siamo abituati a chiamare Mare Nostrum, era tale ai tempi dell’antica Roma, perché oggi, invece, è teatro di operazioni militari e di frequenti schermaglie tra la flotta americana e la flotta della Repubblica russa, presenti entrambe in questo tratto di mare che bagna le coste della Puglia, della Basilicata, della Calabria e della Sicilia e che è il canale d’ingresso su tutti i restanti mari italiani, ma, soprattutto, è lo specchio acqueo di connessione con il Mar Nero e il Mare d’Azov attraverso lo Stretto dei Dardanelli in Turchia e a sud est  con il Mar Rosso attraverso il Canale di Suez.

Invito a leggere in proposito il libro scritto dal Direttore della rivista di geopolitica “Limes”, Lucio Caracciolo,  dal titolo “ Il mare italiano e la guerra“, in cui si affrontano specificamente rischi di cui il Mar Mediterraneo sta diventando sempre più protagonista, come componente essenziale della guerra in Ucraina e del confronto a tre nel conflitto tra Cina, Russia e Stati Uniti.

Occorre, dunque,  che prevalga nella comunità internazionale uno spiccatissimo senso di responsabilità, di forte determinazione e di estrema lucidità per evitare insensati e pericolosi impulsi emotivi e per riuscire a superare un momento di crisi internazionale molto delicato, complicato e giunto alla soglia di un conflitto mondiale sempre più reale, anche per effetto del totale fallimento dei negoziati diplomatici, che non hanno portato ad alcun risultato e forse irrimediabilmente.

La guerra tra Ucraina e Russia si è trasformata in un conflitto diretto tra Europa e Russia e sempre più gli analisti ed esperti di strategie internazionali sono concordi nell’affermare che, probabilmente,  la fine del conflitto sarà decisa solo sul campo di battaglia.

Come e quando è difficile prevederlo.

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