ABF: un 2020 all’insegna dell’innovazione e della rafforzata tutela del consumatore

“Una storia di successo” l’ha definita Alessandra Perrazzelli, Vice Direttore Generale della Banca d’Italia, facendo riferimento al consuntivo dello scorso anno dell’Arbitro Bancario Finanziario (ABF), presentato questa settimana a Roma presso l’Università Luiss.

In effetti, uno strumento stragiudiziale di risoluzione delle controversie, nato nel 2009 presso la Banca d’Italia, che si può definire apripista nel campo finanziario, venendo replicato, o, comunque, preso a modello di riferimento dagli altri due Arbitri, l’Arbitro per le Controversie Finanziarie, istituito presso la Consob circa 5 anni fa e l’Arbitro Assicurativo presso l’IVASS, di cui dovrebbe non essere lontano il debutto operativo.

I numeri dello scorso anno, contenuti nella Relazione curata dal Team diretto da Magda Bianco, Capo Dipartimento Tutela della clientela ed Educazione Finanziaria della Banca Centrale, certificano, poi, queste valutazioni positive: circa 31 mila ricorsi, con una crescita del 40% rispetto al 2019; oltre 27mila decisioni dei 7 Collegi arbitrali (più del 40% riferito ai due Collegi di Roma e Milano) con quasi tre quarti delle decisioni sostanzialmente favorevoli ai ricorrenti; riconoscimento di 29 milioni di euro alla clientela ricorrente, di cui oltre 22 effettivamente restituiti.

Dietro queste cifre, che testimoniano inconfutabilmente il grado di fiducia dei consumatori di prodotti bancari verso questo strumento stragiudiziale di composizione delle controversie, ci sono anche alcuni aspetti qualitativi che vanno sottolineati.

Innanzitutto, non va dimenticato l’impatto della pandemia da Covid 19, che ha sicuramente esaltato il profilo di informatizzazione delle diverse fasi procedurali e quello dell’organizzazione a distanza dell’ABF, aspetti che hanno “tenuto” rispetto alla marea montante dei ricorsi dello scorso anno; una marea, sollecitata, in particolare, dalla crescita dei contenziosi legati all’estinzione anticipata del finanziamento contro cessione del quinto di stipendio (effetto della sentenza Lexitor della Corte di Giustizia Europea)  e in tema di buoni fruttiferi postali.

Altro aspetto, non secondario, le modifiche apportate in virtù del recepimento della normativa europea con l’innalzamento del tetto del valore dei ricorsi (da 100mila a 200mila euro), con il riconoscimento di nuovi poteri ai Presidenti dei Collegi per una definizione anticipata delle liti, con il rafforzamento delle funzioni del Collegio di Coordinamento e della Conferenza dei Collegi, entrambi particolarmente utili nell’ottica di una maggiore uniformità di orientamenti nelle decisioni su casi analoghi.

Un tagliando di manutenzione normativa, in definitiva, che si è rivelato decisamente efficace nell’accorciamento dei tempi medi per la definizione del ricorso, scesi drasticamente da 208 a 130 giorni: un aspetto, che, meglio di ogni altro, conferisce concretezza operativa alla mission istituzionale dell’ABF, la tutela del consumatore di prodotti bancari.

E, per concludere, un accenno al tasso di adempimento alle decisioni dell’ABF, calato all’83% per l’influenza del dissenso  da parte degli intermediari sulle pronunce in materia di cessione del quinto e di buoni fruttiferi postali. Una percentuale, che, peraltro, va ulteriormente commentata: se, infatti, non si considerassero gli inadempimenti in questi 2 campi, il tasso di adempimento risalirebbe a un ben più rassicurante 98%!

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