Caso Open Arms, processo Salvini: battaglia tra consulenti

Palermo, 24 mar. (Adnkronos) – (di Elvira Terranova) – “Il primo agosto del 2019 la nave della ong spagnola Open Arms raggiunse il barcone di circa 12 metri con 55 migranti” a bordo “nonostante l’indicazione di Alarm phone non fosse corretta”. Quindi “conosceva in anticipo la posizione esatta dalla barca” perché “aveva avuto una informazione” per raggiungere la barca con i naufraghi. Informazione avuta da chi? “Non lo sappiamo”. E’ battaglia tra consulenti al processo Open Arms che vede imputato il ministro Matteo Salvini con l’accusa di sequestro di persona e rifiuto di atti di ufficio per avere tenuto in mare, nell’agosto di 4 anni fa, 147 migranti per due settimane. Nell’udienza di oggi sono stati sentiti consulenti dell’accusa, della difesa ma anche delle parti civili. I due consulenti della difesa, ex ammiragli, Massimo Finelli e Maurizio Palmese, ritengono che sia plausibile che la ong sapesse in anticipo le coordinate della barca da soccorrere. Per l’avvocata Giulia Bongiorno, legale di Salvini, una “anomalia” che dimostrerebbe che la ong sarebbe stata avvertita dagli scafisti. “Arrivarono due mail di Alarm phone – spiegano i due consulenti -e una non era corretta. Eppure già prima di Alarm phone la nave Open Arms stava andando in quella direzione”. Poi i due consulenti aggiungono: “E’ il barcone che si avvicina a Open Arms, fa una accostata. E poi ci sarà lo sbarco con i gommoni”.

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