Covid, Scatizzi (Acoi): “Per recuperare interventi saltati chirurghi pronti a lavorare al 120%'”

Roma, 13 ott. (Adnkronos Salute) – “Nel 2020 a causa della pandemia non sono stati chiamati agli screening 2,5 milioni di italiani e questo significa una sola cosa: nell’ambito della chirurgia generale non sono state diagnosticate 4.600 neoplasie, 3.300 della mammella e 1.300 del colon. Non solo: se una persona aveva una malattia tumorale nel 2020, oggi l’avrà più avanzata, per cui sono diminuite le chance di curarla, mentre patologie che erano benigne 20 mesi fa, oggi non lo sono più. Dobbiamo correre per recuperare le liste d’attesa maturate in un anno e mezzo di emergenza Covid. E per farlo noi chirurghi siamo disponibili a lavorare al 120%. Ma serve anche investire su sale operatorie hi-tech, formazione e aggiornamento professionale”. Lo afferma Marco Scatizzi, membro del consiglio nazionale dell’Acoi, l’Associazione dei chirurghi ospedalieri italiani, che riunirà la categoria (5000 iscritti su un totale di 6000 chirurghi ospedalieri) in occasione del 39° Congresso nazionale che si terrà a Milano, dal 17 al 20 ottobre, per eleggere il nuovo presidente in carica per i prossimi tre anni.

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