Palermo, 8 ago. (Adnkronos) – Anche i Carabinieri del Nas, come apprende l’Adnkronos, stanno indagando sulla vicenda che ha visto protagonista un trentenne a cui, al Pronto soccorso dell’ospedale di Patti (Messina), dopo una frattura, è stata è stata immobilizzata la gamba con il cartone, dal momento che i presidi monouso non erano presenti nel deposito dell’ospedale. I Carabinieri del Nas lavorano in stretta collaborazione con la Procura di Patti che ha aperto un fascicolo, al momento modello 45, cioè senza ipotesi di reato e senza indagati. Ieri è stata ascoltata per diverse ore, davanti alla commissione ispettiva regionale nominata dall’assessore alla Salute Giovanna Volo, la dottoressa del Pronto Soccorso di Patti che, una settimana fa, aveva seguito il paziente, il 30enne Elia Natoli. “Il pronto soccorso era pieno e dovevo trovare presto una soluzione per assicurare le cure agli altri malati”, ha spiegato il medico donna agli ispettori. La Commissione contesta alla dottoressa anche di aver sbagliato la diagnosi, non essendosi accorta che la frattura del perone era scomposta, di non aver prescritto alcuna terapia al ragazzo, di non aver usato le stecche e le bende in dotazione all’ospedale per i pazienti interni, di non aver indicato al 30enne di recarsi a Milazzo o a Messina, ma di averlo dimesso chiedendogli di tornare al pronto soccorso il lunedì successivo. Nel frattempo il paziente ha preferito recarsi in un centro privato a Messina dove gli è stata fatta la diagnosi esatta e gli è stata prescritta una terapia, pagando duecento euro.