Anche in Italia iniziano a crescere realtà significative di vertical farming che consentono un minor consumo di risorse naturali, l’ottimizzazione dell’agricoltura e un controllo della produzione sostenibile e di qualità. L’ambiente controllato permette di ridurre o annullare l’utilizzo dei pesticidi e la vicinanza delle vertical farm ai consumatori taglia le emissioni dovute ai trasporti. Inoltre, il sistema risulta efficiente perché insensibile alle variazioni del meteo e agli eventi avversi che sappiamo essere sempre più frequenti a causa dei cambiamenti climatici che la nostra epoca storica sta vivendo. La vertical farm è una soluzione oggetto di dibattito della nostra attualità ma va integrata con le altre innovazioni tecnologiche, con i sistemi di Internet of Things (IoT), la ricerca spaziale e satellitare e le nuove prospettive in tema di biotecnologia.
Una recente novità tutta italiana proviene da Barilla che sta lavorando per ottenere produzioni di qualità, con una drastica riduzione di ogni sorta di contaminazione, e al tempo stesso ridurre sostanzialmente il consumo di acqua, fino al 95% in meno rispetto all’agricoltura tradizionale, e contrastare il consumo del suolo. La recente notizia dell’accordo di Barilla con Zero, un’innovativa azienda italiana fondata a inizio del 2018 che fonde competenze di agronomia, ingegneria e sviluppo software, aiuta a comprendere la realtà del vertical farming come investimento emergente che si è caratterizzato negli ultimi anni nell’agricoltura italiana e del Mediterraneo. Zero ha sviluppato una tecnologia proprietaria per la realizzazione modulare, su larga scala, di vertical farm. Grazie a un portafoglio di tecnologie già brevettate, l’innovativa società è riuscita ad abbattere il costo di realizzazione degli impianti e al tempo stesso ad incrementarne la produttività e a rendere velocemente scalabile la capacità produttiva.
Il primo progetto di esplorazione della tecnologia Zero nel mondo Barilla riguarderà la filiera produttiva di alcune delle materie prime vegetali, tra cui il basilico, utilizzate per la produzione dei sughi pronti della nota azienda multinazionale italiana del settore alimentare.
L’accordo ha lo scopo di consolidare questa collaborazione per esplorare le nuove opportunità offerte dal vertical farming. Inoltre, nel tentativo di sviluppare il settore occupazionale per le giovani generazioni e i professionisti del settore si vuole creare e incentivare un ponte fra Barilla e l’ecosistema di startup che stanno innovando il settore alimentare anche attraverso lo sviluppo di partnership e alleanze tra istituti di tecnologia, accademie universitarie, mondo della ricerca ed esperti di agricoltura biologica e tradizionale. Tali formulazioni innovative per l’implementazione dell’agricoltura 4.0 sono guardate positivamente da quelle organizzazioni che promuovono da anni progetti, dibattiti e sviluppo di idee su innovazione e agricoltura sostenibile. A tal riguardo, Gi.&Me. Association, presieduta dall’ingegnere Franz Martinelli, continua a sostenere l’importantissimo rapporto tra innovazione, tecnologia blockchain e agricoltura sostenibile, evidenziando l’importanza di nuovi progetti come quello avviato da Barilla. Gi.&Me Association, che vede tra i propri soci fondatori anche Massimo Claudio Comparini, amministratore delegato di Thales Alenia Space Italia, punta a valorizzare anche i risultati della ricerca spaziale e dell’innovazione satellitare per l’agricoltura del prossimo futuro. Dall’agricoltura sostenibile alla sicurezza alimentare si possono dar vita a nuove idee con importanti margini di crescita, un significativo ritorno in termini di sviluppo produttivo ed economico per tutte le realtà legate all’agricoltura del Mediterraneo. Attraverso l’innovazione, la ricerca agricola e alimentare in ambienti ostili e l’utilizzo dei satelliti si può costruire una tecnologia in grado di garantire parametri di produttività, qualità e sostenibilità industriale ai vertici del settore e in linea con le esigenze della sempre più competitiva industria alimentare.