Alta tensione in Libia dopo la recente mobilitazione delle truppe del generale Khalifa Haftar. “Massima moderazione“, quello che la Missione delle Nazioni Unite in Libia, Unsmil, chiede alle parti sollecitate a “evitare qualsiasi provocazione militare” che possa sfociare in un’escalation.
Unsmil “monitora con preoccupazione la recente mobilitazione di forze in varie zone della Libia, in particolare nelle regioni del sud e dell’ovest” e al contempo plaude “agli sforzi in atto per la de-escalation e per evitare ulteriori tensioni“.
La Missione Onu auspica “comunicazione e coordinamento” tra le forze affiliate all’Lna di Haftar – in cui il figlio Saddam è una figura chiave – e al governo di unità di Tripoli, l’esecutivo riconosciuto dalla comunità internazionale.
Unsmil deplora come gli “sviluppi coincidano con l’84esimo anniversario della fondazione dell’Esercito libico” e ricorda a “tutti gli attori militari e della sicurezza l’importanza di istituzioni militari e della sicurezza unificate, responsabili e professionali“.
Tutto dopo che mercoledì le forze di Haftar hanno annunciato un dispiegamento di unità nelle regioni del sudovest del Paese, dove c’è stato uno scontro con un gruppo armato dedito al contrabbando.
Secondo fonti militari, la maggior parte del contingente è composto da mercenari russi del Gruppo Wagner, il cui obiettivo è la garanzia di movimento in queste zone per inviare sostegni ai combattenti nel nord del Mali, dove negli ultimi giorni ci sono stati scontri sanguinosi con i ribelli tuareg.
Ieri il Governo di Tripoli ha innalzato il livello di allerta dell’Esercito nel mezzo dei timori per la mobilitazione delle forze di Haftar. Secondo fonti del Libya Observer, la forza di operazioni congiunte ha richiamato tutte le unità per presentarsi “immediatamente” nei rispettivi quartier generali per respingere “qualsiasi possibile attacco”.
Lo Stato Maggiore delle autorità dell’est della Libia ha riferito di truppe dirette verso il confine sudoccidentale per una missione di sicurezza nel deserto e per la sorveglianza delle frontiere. Una operazione che “non ha nessuno come obiettivo“, secondo la tv libica Al Wasat.
Gli osservatori sottolineano come alcuni vedano la mobilitazione delle forze di Haftar come il preludio di un’eventuale nuova offensiva su Tripoli. E soprattutto come l’eventuale presa di Gadames, non lontana dai confini con Tunisia e Algeria, da parte delle truppe del generale porterebbe alla fine del cessate il fuoco del 2020.
Haftar già controlla con le sue forze l’est e il sud della Libia, terra di giacimenti in un Paese diviso dalla fine dell’era Gheddafi.
Stati Uniti e Paesi europei preoccupati per i movimenti militari nel sudovest della Libia, fanno intanto appello alla moderazione.
“Le ambasciate di Francia, Germania, Italia, Regno Unito e Stati Uniti condividono le preoccupazioni della comunità internazionale riguardo ai movimenti militari in corso nella regione sud-occidentale – si legge in una dichiarazione congiunta -. Alla luce dell’attuale stallo del processo politico. tali movimenti potrebbero portare a un’escalation e a scontri violenti. Date le reali preoccupazioni relative alla sicurezza dei confini lungo il confine meridionale della Libia, incoraggiamo le forze di sicurezza a est e a ovest a cogliere questa opportunità per approfondire la consultazione e la cooperazione al fine di attuare misure efficaci per proteggere il confine e proteggere la sovranità della Libia“.