Altroconsumo: “Mercurio nel pesce, attenzione a spada e verdesca”

Roma, 26 apr. – (Adnkronos) – Il pesce è un alimento prezioso. A cui non bisogna rinunciare. È ormai accertato che una dieta ricca di frutta, verdura, cereali integrali e che privilegia il pesce al posto della carne aiuta a vivere meglio e più a lungo, perché previene le malattie metaboliche, quelle cardiovascolari e alcune forme tumorali, come il cancro al colon. Tuttavia, anche il pesce può nascondere alcune insidie da non sottovalutare: è il caso, per esempio, del mercurio, un metallo pesante che inquina l’ambiente marino e che si accumula nelle carni di chi lo abita, soprattutto delle specie grandi e predatorie, come il pesce spada e lo squalo.

A richiamare l’attenzione sul problema è Altroconsumo ricordando che l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) ha fissato da tempo una dose di assunzione settimanale tollerabile di metilmercurio, la forma più tossica per l’uomo. Per fare un quadro della situazione Altroconsumo ha portato in laboratorio un centinaio di pesci, freschi, surgelati e conservati delle venti specie più consumate in Italia e verificato se consumandoli si supera il livello di assunzione raccomandato di mercurio.

Dall’indagine è emerso che la possibilità di superare la soglia di sicurezza è reale quando si consumano pesci predatori di grossa taglia, come il pesce spada e la verdesca (un tipo di squalo) ed è molto evidente soprattutto per la fascia di popolazione più vulnerabile, ovvero i bambini e gli adolescenti.

Con una sola porzione di queste specie, infatti, nel peggiore dei casi si assume più del doppio della dose settimanale accettabile. Ma ci sono anche buone notizie: diverse altre specie di pesci molto diffuse risultano poco contaminate. È il caso della trota salmonata, ma anche del tonno in scatola, delle sardine e dello sgombro.

Per questo Altroconsumo raccomanda di consumare preferibilmente i pesci che sono meno soggetti all’inquinamento da mercurio (quelli di taglia più piccola o non carnivori); di variare le specie il più possibile (i pesci predatori come lo spada non andrebbero consumati più di una volta la settimana).

E ancora: di fare attenzione ai bambini (con una porzione di tonno si copre già il 35% della loro quota di mercurio; quindi non bisogna darlo più di una volta alla settimana) e, infine, le donne che hanno programmato una gravidanza, che sono incinte o che stanno allattando, così come i bambini, dovrebbero evitare del tutto il consumo di pesci predatori.

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Redazione

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