Anche Ethereum è in prospettiva future

Da pochi giorni è sbarcato al Chicago Mercantile Exchange- CME il primo future regolamentato su Ethereum, la seconda criptovaluta per volumi di transazioni dopo Bitcoin. La notizia è importante, sia sotto il profilo quantitativo che qualitativo.

Ethereum

Infatti, Ethereum, la cui quotazione da inizio anno è cresciuta in modo vertiginoso (+ 130%) con una quotazione che, ormai, ha superato i 1760 dollari USA, rappresenta un volume aggregato di scambi pari a 6miliardi di dollari (Bitcoin è attestato sui 12 miliardi) con una capitalizzazione di tutto riguardo, anche se ancora di 3 volte inferiore a quella del numero 1 delle criptovalute.

Ma significativo è anche il profilo qualitativo, visto e considerato che CME è la Borsa di materie prime più importante del mondo e che Ethereum è l’ennesima conferma di quanto le criptovalute siano cresciute nel panorama degli strumenti finanziari a disposizione degli investitori e nel loro gradimento. Un’ulteriore conferma? Basti pensare all’ingente investimento di 1500 miliardi di dollari USA in Bitcoin, fatto qualche giorno fa dall’imprenditore innovatore per eccellenza Elon Musk.

Il successo delle criptovalute

Il crescente successo delle criptovalute chiama in causa anche la sempre maggiore popolarità delle piattaforme decentralizzate, come quelle del tipo DEX (exchange decentralizzati per il trading), come testimoniano i flussi finanziari lì transitati, balzati dai 23 miliardi di dollari dello scorso settembre ai 63 miliardi del gennaio di quest’anno.

Non va, poi, trascurato il fatto che la crescita di operatività delle piattaforme decentralizzate include anche il maggior volume di transazioni di quelle che concedono prestiti tra privati a fronte della presentazione di collaterali in criptovalute. Una procedura, ormai, consolidata e che prevede l’erogazione di finanziamenti, pari al 70% del valore complessivo del collaterale, in un tempo spesso calcolato nello spazio di pochi minuti.

Prodigi della finanza innovativa, si potrebbe giustamente commentare! Ma mettere questi  strumenti finanziari al di fuori delle regole di vigilanza e supervisione previste per tutti gli altri può rivelarsi un frutto avvelenato di un esasperato liberismo di mercato, ponendo, comunque, in mano a privati, non sempre facilmente individuabili, la delicata responsabilità di influenzare elementi, quali la stabilità del mercato e la fiducia degli investitori che, essendo  patrimonio collettivo, dovrebbero trovare la loro adeguata collocazione in ambito pubblico.

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