Ancona: lotta all’abusivismo e contraffazione del Made in Italy

Il Comando Provinciale di Ancona della Guardia di Finanza ha intensificato i controlli orientati alla prevenzione e repressione del fenomeno della contraffazione, dell’abusivismo commerciale e della normativa vigente in materia di sicurezza prodotti, con particolare riferimento alle aree più frequentate dai consumatori.

Le attività di servizio svolte dai Reparti dipendenti hanno permesso, nei giorni scorsi, di sequestrare oltre 2.000 articoli, fra prodotti pericolosi, contraffatti o venduti senza le necessarie autorizzazioni, con l’individuazione di due responsabili.

Nello specifico, i Baschi verdi della Compagnia Pronto Impiego di Ancona, durante l’esecuzione di specifiche attività di riscontro presso un importante mercato all’aperto cittadino hanno individuato una struttura di vendita sulla quale erano esposte centinaia di confezioni di profumi e cosmetici recanti il logo delle più famose maison internazionali, delle quali il venditore non è riuscito a dimostrare la lecita provenienza.

Ulteriori approfondimenti hanno permesso di scoprire che lo stesso risultava gravato da un provvedimento di espulsione emesso nel 2016, al quale non ha ottemperato, ed è stato quindi formalmente invitato a regolarizzare la propria posizione sul territorio dello Stato presentandosi presso la competente Questura.

Negli stessi giorni i militari della Compagnia di Ancona, durante un controllo presso un esercizio commerciale sito nel capoluogo dorico e gestito da un soggetto di origine orientale, hanno individuato e sottoposto a sequestro amministrativo oltre 1.300 prodotti esposti sugli scaffali per la vendita, non conformi alle normative vigenti in materia di sicurezza prodotti. In particolare i prodotti sequestrati, ovvero vario materiale elettronico come bilance, sveglie, telecomandi, lampade a led, componenti per illuminazione e vari accessori per la casa, erano sprovvisti del previsto marchio CE e delle indicazioni sull’azienda importatrice, oltre che delle obbligatorie indicazioni in lingua italiana sulle etichette, e per questo ritenuti non sicuri per i consumatori finali.

Il rappresentante legale dell’esercizio commerciale è stato segnalato alla competente Camera di Commercio, per l’applicazione della sanzione amministrativa da 5.000 a 30.000 euro per aver immesso in commercio prodotti privi del marchio CE, oltre che per la sanzione da 516 a 25.823 euro per la violazione del codice del consumo.

 

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