Antonio De Curtis: 54 anni fà moriva il fantastico Totò

È stato ed è la storia del teatro e del cinema italiano. E oggi è giusto ricordare il grande Antonio Griffo Focas Flavio Angelo Ducas Comneno Porfirogenito Gagliardi de Curtis di Bisanzio conosciuto solo come Totò. Era il 15 febbraio 1898 quando nel Rione Sanità di Napoli veniva al mondo colui che  simbolo dello spettacolo comico e che per tutti sarà “il principe della risata”.

Il nomignolo Totò gli fu affibbiato dalla madre Anna Clemente, che lo partorì in segreto visto la relazione con il padre Giuseppe de Curtis era clandestina. Totò venne riconosciuto solo più avanti dal padre, intorno agli anni 20 quando poi sposò anche la madre. Terminate le elementari, venne iscritto al collegio Cimino, dove per un banale incidente con uno dei precettori, che lo colpì involontariamente con un pugno, il suo viso subì una particolare conformazione del naso e del mento; un episodio che caratterizzerà in parte la sua “maschera“.

Nel 1913, all’età di quindici anni, si avvicina ai teatri di periferia dove incontrerà e farà amicizia con Eduardo De Filippo, Peppino De Filippo e i musicisti Cesare Andrea Bixio e Armando Fragna. Le sue prime “esibizioni” ufficiali arrivano subito dopo il servizio militare. Ma fu solo quando la famiglia si trasferì a Roma che il giovane Totò decise di voler osare di più. Quindi dopo un periodo di preparazione allo specchio, decise di presentarsi al cospetto di Giuseppe Jovinelli proprietario del teatro “Ambra Jovinelli“. Fece colpo subito così da ottenere un contratto prolungato proprio con Giuseppe Jovinelli. 

Gli anni della grande svolta

Furono gli anni ’30 quelli più importanti per Totò dove portò in scena numerosi spettacoli in tutta Italia tra cui la sua interpretazione del Don Chisciotte. Nel 1933 si fece adottare dal marchese Francesco Maria Gagliardi Focas. Il debutto al cinema arriva nel 1937 quando venne scritturato da Gustavo Lombardo, fondatore della Titanus, per  “Fermo con le mani“. Negli anni d’oro saranno oltre 50 le rappresentazioni teatrali che lo vedranno protagonista e 97 i film da lui girati. Nel 1947 fu anche doppiatore per “La vergine di Tripoli” film a cui presterà la voce al cammello Gobbone. 

Nel 1950 Totò rinunciò alla proposta di avere un ruolo, insieme al francese Fernandel, nel film di produzione franco-italiana “Atollo K“; avrebbe avuto l’opportunità di recitare insieme a Stan Laurel e Oliver Hardy, la famosa coppia comica conosciuta in Italia come Stanlio e Ollio. Lavorò con Pier Paolo Pasolini e Alberto Lattuada; per Totò il massimo sarebbe stato quello di lavorare con Federico Fellini che lo volle per un suo film ma che purtroppo non fu mai girato.

Totò la malattia e la morte

Morirà il 15 aprile 1967 all’età di 69 anni stroncato da un infarto dopo una lunga agonia, tanto sofferta che lui stesso pregò i familiari e il medico curante di lasciarlo morire. Prima della morte era diventato quasi cieco a causa di una grave forma di corioretinite, forse acuita dalla prolungata esposizione ai fari di scena Ad ogni anniversario, a Napoli, sua città natale, ci si rende conto di quanto sia vivissimo il ricordo di Totò.  

Nonostante Totò avesse sempre espresso il desiderio di avere un funerale semplice, ne ebbe addirittura tre. Il primo nella capitale, dove morì. La sua salma fu vegliata per due giorni dalle principali personalità dello spettacolo e non, giunte da tutta Italia per commemorarlo e rimpiangerlo. Il secondo si svolse a Napoli, la sua città natale alla quale era particolarmente legato; il 17 aprile di pomeriggio il feretro partì verso la città, scortato da circa trenta vetture. La città sospese dalle 16 alle 18,30 ogni attività, fu interrotto il traffico, i muri delle strade furono riempiti di manifesti di cordoglio. Il terzo funerale lo volle organizzare un capoguappo del Rione Sanità, nel suo quartiere; si tenne il 22 maggio, cioè pochi giorni dopo il trigesimo; ad esso aderì un numero altrettanto vasto di persone, nonostante la bara dell’attore fosse ovviamente vuota.

In molti quel giorno pensarono che con Totò morì anche il teatro. Ma la storia ci ha raccontato che grazie a lui il teatro continua a vivere ancora oggi.

Per informazioni scrivere a: info@tfnews.it