Approvata dalla Camera la legge di parità salariale tra uomini e donne

 Sì dell’Aula della Camera alle modifiche al codice sulle pari opportunità tra uomo e donna in ambito lavorativo, per incentivare la presenza femminile nel mercato del lavoro e ridurre il cosiddetto “gender gap” nelle retribuzioni.

 Approvata all’unanimità, con 393 voti favorevoli, il testo unico con le proposte di legge in materia di parità salariale tra uomo e donna.Dalla Camera ora il testo passa all’esame del Senato.

Il commento della relatrice Chiara Gribaudo

«Questa legge non riguarda solo le retribuzioni: con il voto di oggi alla Camera siamo a un passo dall’istituire anche in Italia un meccanismo di trasparenza e garanzia per milioni di donne lavoratrici, una legge che garantisca i diritti di ciascuna sul luogo di lavoro, dal reclutamento alla retribuzione fino alle opportunità di carriera», dice la Deputata del PD Chiara Gribaudo, relatrice del provvedimento approvato oggi a Montecitorio.

Tra le novità previste dalla legge, si segnala l’allargamento dell’obbligo di redazione del rapporto sulla situazione del personale alle aziende, pubbliche e private,con più di 50 dipendenti e con l’introduzione di ulteriori strumenti per favorire la conciliazione dei tempi di vita privata e di lavoro, oltre che un sistema di certificazione della parità di genere. Sono inoltre introdotti tra le fattispecie che danno luogo a discriminazione indiretta anche gli atti di natura organizzativa o incidenti sull’orario di lavoro che mettono o possono mettere lavoratori o lavoratrici in una posizione di particolare svantaggio rispetto a lavoratori dell’altro sesso, per esempio modificando l’organizzazione delle condizioni e del tempo di lavoro.

Previsto uno sgravio contributivo per le Aziende

Dal 1 gennaio 2022 sarà introdotta la certificazione di parità di genere, che dovrà attestare le misure adottate dai datori di lavoro per ridurre il divario di genere in relazione alle opportunità di crescita in azienda, alla parità salariale a parità di mansioni, alle politiche di gestione delle differenze di genere e alla tutela della maternità. Tale certificazione sarà accompagnata da un conseguente meccanismo di premialità, consistente in uno sgravio contributivo fino a 50mila euro all’anno per ciascuna azienda.

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