Il 1o Novembre è uscito il dodicesimo capitolo di una delle saghe, di videogiochi, più amate al mondo: Assassin’s Creed: Valhalla.
I giocatori vestiranno i panni di Eivor (starà al giocatore scegliere di usare il personaggio maschile o quello femminile) un guerriero norvegese che, a causa della carestia, è costretto assieme al suo clan ad abbandonare la Norvegia ed attraversare il glaciale mare del nord per raggiungere le terre inglesi.
Nello sviluppare il loro nuovo insediamento, i vichinghi dovranno anche superare la resistenza di alcuni nemici, tra cui i Sassoni e il Re Aelfred del Wessex. Sfidando ogni avversità, Eivor dovrà fare tutto il necessario per far sì che il Valhalla non resti solo un miraggio. I giocatori dovranno plasmare il futuro del proprio clan, rivivendo lo spietato stile di combattimento dei guerrieri vichinghi con un sistema rinnovato, che include la capacità di impugnare due armi contemporaneamente per affrontare una maggiore gamma di nemici.
Assassin’s Creed: Valhalla era già in sviluppo da oltre due anni dall’annuncio avvenuto il 29 aprile 2020. Lo sviluppo principale del gioco è stato guidato dal team di Assassin’s Creed: Origins negli studi di Ubisoft Montreal e supportato da altri quattordici studi di Ubisoft in tutto il mondo. Elementi della mitologia norrena appariranno comunque nella storia e secondo il direttore del gioco Ashraf Ismail, questo si noterà su come Eivor e i Vichinghi possano prendere eventi non comuni come segni del coinvolgimento dei loro dei. Sulla possibilità di selezionare il sesso di Eivor, Thierry Noël, storico del gioco, affermò che c’era ancora un dibattito storico su quanto le donne partecipassero come guerriere all’interno delle battaglie vichinghe, ma Ubisoft credeva che le donne fossero importanti nella mitologia e nella società norrena e così cercò di riflettere l’idea vichinga che donne e uomini sono ugualmente formidabili in battaglia.