Assemblea Generale ONU: focus su escalation Libano

La minaccia dell’estensione della guerra in Medio Oriente alla luce dell’escalation in Libano, il protrarsi della guerra in Ucraina, nonostante gli aiuti occidentali, e la guerra in Sudan saranno in cima all’agenda della 79esima sessione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite che si apre oggi a New York, due giorni dopo l’adozione del Patto per il futuro, una dichiarazione non vincolante che mette nero su bianco la promessa di azioni concrete per un mondo più sicuro, pacifico, sostenibile e inclusivo per le generazioni di domani.

La minaccia dell’estensione della guerra in Medio Oriente alla luce dell’escalation in Libano, il protrarsi della guerra in Ucraina, nonostante gli aiuti occidentali, e la guerra in Sudan saranno in cima all’agenda della 79esima sessione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite che si apre oggi a New York, due giorni dopo l’adozione del Patto per il futuro, una dichiarazione non vincolante che mette nero su bianco la promessa di azioni concrete per un mondo più sicuro, pacifico, sostenibile e inclusivo per le generazioni di domani.

Il Patto insieme ai suoi allegati, l’Accordo digitale globale e la Dichiarazione sulle generazioni future, è stato adottato all’unanimità (per consenso), nonostante una proposta di emendamento dell’ultimo minuto da parte di alcuni Paesi, tra cui Russia, Iran, Corea del Nord e Siria. L’emendamento cercava di incorporare un testo che chiedeva il non-intervento in qualsiasi questione di sovranità nazionale e il primato de metodo intergovernativo, di fatto minimizzando il ruolo della società civile. È stato respinto dopo che l’Assemblea ha deciso di non agire sulla proposta.

Durante la Sei giorni di dibattito generale i Capi  di Stato e di Governo e i Ministri di 190 Paesi – per l’Italia Giorgia Meloni e Antonio Tajani, che presiede due G7 Esteri – saranno chiamati ad affrontare anche altri temi urgenti, come il cambiamento climatico e le crisi umanitarie. Anche perché il tema dell’Assemblea di quest’anno è: ‘Non lasciare nessuno indietro: agire insieme per promuovere la pace, lo sviluppo sostenibile e la dignità umana per le generazioni presenti e future’.

In questo delicato momento storico, alla luce dei cambiamenti della geopolitica che più da vicino interessa il Vecchio Continente, la prima preoccupazione, come ha anticipato il Segretario Generale dell’ONU Antonio Guterres in un incontro con i giornalisti, è che ”c’è un serio rischio di una drammatica escalation in Libano e bisogna fare tutto il possibile per evitarla“.

L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ci aveva già provato mesi fa, quando aveva chiesto a larga maggioranza una tregua umanitaria. E ci provano costantemente Stati Uniti, Egitto e Qatar nel loro ruolo di mediazione per arrivare a un accordo sul cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi. Tutto finora senza esito, anche se il Presidente turco Recep Tayyip Erdogan alla vigilia della sua partenza per New York ha chiesto all’ONU di – assumersi la responsabilità di fermare il genocidio di Israele,  che ha ”trasformato la Striscia di Gaza in un campo nazista’, ma ‘non punta solo a Gaza’ e ‘gli attacchi in Libano dimostrano che vuole estendere la guerra nella regione”.

Anche molti  leader, si prevede, approfitteranno dell’evento per chiedere un cessate il fuoco.

C’è, comunque, attesa per quello che diranno giovedì i due leader più direttamente coinvolti, il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, e il Presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese (Anp), Mahmoud Abbas.

Sempre che Netanyahu si rechi davvero a New York dato che, dopo aver posticipato la sua partenza, alcune fonti citate dai media israeliani ritengono che potrebbe annullare la visita per presunte ”ragioni di sicurezza” dopo l’escalation con Hezbollah.

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