A nome del Governo, il Ministro della Difesa, Lorenzo Guerini e il Ministro degli Affari Esteri, Luigi Di Maio, hanno svolto le comunicazioni sulla partecipazione dell’Italia alle missioni internazionali. Nel suo intervento, Guerini, presso Palazzo Minerva ha ribadito come la strategia della Difesa conferma il ruolo dell’Italia quale uno dei principali “provider di sicurezza” sul piano internazionale.
Tale impegno può essere sintetizzato in quattro punti: rafforzare ulteriormente il ruolo del Paese nel contesto delle Organizzazioni Internazionali alle quali apparteniamo, NATO, UE e ONU; contribuire alla sicurezza internazionale garantendo una presenza rafforzata, visibile e percepita quale fattore di stabilità, in tutti gli scenari le cui dinamiche possono avere ricadute sull’Europa e sull’Italia; contribuire a sviluppare forme strutturate di cooperazione volte a supportare la costituzione e il rafforzamento delle istituzioni dei Paesi dove operiamo; tutelare gli interessi strategici nazionali, ovunque essi si collochino.
“L’obiettivo – dichiara Guerini – è quello di fornire il nostro contributo ovunque il Paese ritenga necessario, focalizzando la nostra attività nell’area di preminente interesse strategico nazionale del “Mediterraneo Allargato”, che le recenti evoluzioni dello scenario internazionale hanno collocato nuovamente al centro delle dinamiche di sicurezza globale”.
Sono circa 6500 le unità di personale schierate, con un massimo autorizzato di circa 9500, distribuite in 40 missioni, in linea con il dispositivo autorizzato lo scorso anno.
“In prima istanza – prosegue il Ministro della Difesa- intendo fornire un sintetico aggiornamento sui più recenti sviluppi di situazione in Afghanistan, rimandando alla mia ultima informativa al Senato per maggiori dettagli. Pochi giorni fa è stato completato il rientro del nostro contingente nazionale in Italia.
Contemporaneamente, a conferma del fatto che chi collabora con l’Italia non viene lasciato solo, con l’Operazione Aquila è stato anche garantito l’arrivo in Italia di una prima aliquota di 230 collaboratori afgani e delle loro famiglie. In questi giorni sono in atto le attività per la valutazione delle ulteriori richieste presentate, per un eventuale successivo trasferimento in Italia.
Nel quadrante mediorientale sarà confermato il nostro impegno in Iraq, Paese di elevata priorità strategica, sia sul piano degli equilibri regionali, sia a tutela dei nostri interessi nazionali, a partire dal tema prioritario degli approvvigionamenti energetici.
È necessario proseguire l’azione di contrasto contro il Daesh, le cui capacità operative, per quanto anemizzate, restano imprevedibili e sempre insidiose. Per questo l’Italia confermerà il proprio contributo alle due missioni internazionali già presenti in Iraq, Inherent Resolve (OIR) e NATO Mission Iraq (NM-I).”
Nel corso dell’anno si procederà al graduale travaso di assetti e capacità dalla prima alla seconda Operazione, privilegiando in tal modo le attività di training e capacity building, peculiari della missione NATO, di cui assumeremo il Comando nella primavera del 2022.
“L’area del Golfo continua ad essere vitale per la stabilità dell’intera regione e per la salvaguardia dei nostri interessi, specialmente per quanto concerne la vie di comunicazioni marittime. Un ruolo centrale assumerà sempre più il Kuwait e in particolare la base di Al Salem, divenuta centro nevralgico delle nostre capacità di supporto strategico nella regione.
In aggiunta, tra le missioni di nuovo avvio, intendiamo fornire un contributo operativo all’iniziativa di sorveglianza marittima europea nello Stretto di Hormuz, con l’impiego di un’unità navale ed un assetto di sorveglianza aerea.
La missione ha lo scopo di salvaguardare la libertà di navigazione nello Stretto, favorendo il dialogo e il confronto tra i Paesi rivieraschi per la stabilizzazione dell’area”.
Infine il Libano
“Oggi le Forze Armate Libanesi hanno bisogno di un sostegno urgente ed immediato da parte della Comunità Internazionale. L’Italia, in virtù della storica vicinanza con il popolo libanese, si è già attivata su più fronti, attraverso l’azione sinergica del mio dicastero e di quello del collega Di Maio, allo scopo di soddisfare questa nuova emergenza, come fatto all’indomani del già citato evento in Beirut con l’Operazione “Cedri”.
Per quanto concerne UNIFIL “abbiamo offerto un’unità navale per la sua aggregazione al dispositivo marittimo della missione. Spostandoci al Continente Africano, che come detto assume rilevanza sempre maggiore, l’impegno del nostro Paese si sviluppa principalmente all’interno di un virtuale “triangolo d’instabilità”, incentrato sul Sahel, che vede i suoi vertici nella Libia a nord, nel Golfo di Guinea a ovest e nel Corno d’Africa a est. Ma è soprattutto sul fronte dell’Unione Europea che stiamo svolgendo un’azione di massima sensibilizzazione.
In Somalia permane la minaccia posta dall’organizzazione terroristica Al Shaabab, la cui rete si estende operativamente anche nei paesi vicini, incluso il Mozambico.
Su iniziativa di Lisbona, a Bruxelles sono pertanto in corso tutti i necessari approfondimenti e le consuete attività di pianificazione che potranno portare, nei prossimi mesi, all’approvazione di una nuova missione “non esecutiva” di addestramento in Mozambico, cui seguirà la valutazione sulla eventuale partecipazione nazionale”.
Per quanto riguarda gli impegni operativi previsti dalla delibera in esame, è confermata la presenza: a Gibuti, in Somalia, in Oceano Indiano e Golfo di Aden.
“Di concerto con i partner internazionali ed in sinergia con il MAECI, la Difesa opera nella regione su più direttrici, contribuendo sia alle iniziative UE, quali EUTM Mali, EUCAP Sahel Mali e EUCAP Sahel Niger, sia a quelle multilaterali della Coalizione per il Sahel – mi riferisco alla Task Force Takuba- a cui si affiancano le attività condotte in tutta la regione, con approccio bilaterale, dalla missione di assistenza ed addestramento MISIN in Niger.
In particolare, con riferimento a Takuba, lo scorso marzo abbiamo avviato il rischieramento del nostro contingente nella zona tri-frontaliera del Liptako Gourma, e più precisamente nelle basi di Gao e Menaka, e prevediamo di raggiungere la capacità operativa iniziale subito dopo l’estate.”
“Al vertice più occidentale troviamo l’area del Golfo di Guinea, bacino di elevata importanza commerciale ed energetica, in cui sono presenti rilevanti interessi nazionali. L’area è oggetto di sempre più frequenti e pericolosi atti di pirateria e criminalità e per questo posta al centro del progetto pilota dell’UE per la Presenza Marittima Coordinata.
La Difesa, a partire dallo scorso 2020, ha avviato nelle acque del Golfo l’operazione Gabinia, impiegando nell’area un’unità navale, il cui contributo si è rilevato da subito decisivo, con interventi che hanno permesso di interrompere alcuni atti di pirateria marittima contro unità mercantili. Si tratta di una presenza, confermata per il 2021, anche funzionale a sviluppare e rafforzare le relazioni bilaterali con i Paesi rivieraschi, agendo, come di consueto, in sinergia con la rete diplomatica nazionale”.
“La panoramica sul nostro impegno internazionale nel continente africano si conclude con la Libia, vertice settentrionale del triangolo e area di confluenza dei traffici illegali e dei fenomeni di instabilità che la interconnettono direttamente con i quadranti meridionali. In termini di politica di difesa, l’elemento che desta maggior preoccupazione è la presenza di mercenari e miliziani stranieri, la cui uscita dal territorio libico è condizione essenziale per i successivi passaggi verso una gestione unificata ed inclusiva delle forze armate e di sicurezza nel Paese.”
Anche nel 2021 sarà prorogata la missione di assistenza MIASIT che svolgerà anche il compito di Ufficio di Coordinamento per la cooperazione militare a Tripoli.
Nell’ambito delle attività marittime che vedono coinvolta la Difesa, lo scorso anno, in occasione della presentazione delle Missioni 2020, queste Commissioni mi hanno sollecitato a perseguire due specifici indirizzi: un maggiore coinvolgimento dell’UE e quindi un rafforzamento del ruolo della missione IRINI nell’addestramento e monitoraggio delle Autorità marittime libiche; un più definito ruolo delle strutture della Difesa italiana nei confronti della Marina libica, in particolare in termini di coinvolgimento diretto nelle attività da questa condotte.
“Come noto, la Missione MARE SICURO assicura un dispositivo aeronavale per la sorveglianza e la sicurezza degli spazi marittimi di interesse nazionale e, attraverso la presenza di una Unità Navale logistica nel porto di Abu Setta, conduce attività finalizzate all’addestramento e alla manutenzione e condotta dei mezzi disponibili, oltre che allo sviluppo di una capacità di Comando e Controllo dei propri mezzi da parte della Marina libica.
Sul fronte europeo, la Missione UE IRINI, a forte impronta italiana, ha come principale obiettivo quello di contrastare il traffico di armi verso la Libia in ottemperanza all’embargo posto in atto dalle Nazioni Unite
Il mare nostrum è oggi protagonista di un processo di territorializzazione mirato ad acquisire il controllo delle cospicue risorse energetiche presenti, attraverso una competizione sempre più accesa tra attori regionali e potenze esterne, su più piani di confronto, da quello economico-commerciale a quello politico-militare”.
Sempre sotto l’egida dell’Alleanza, ed in aderenza alla sua postura a 360°, “continuerà il nostro contributo alle iniziative di difesa collettiva e deterrenza, quali quelle di Air Policing nelle regioni baltiche, della Enhanced Forward Presence in Lettonia e nell’ambito degli Standing Naval Groups”.
“L’impegno della Difesa italiana proseguirà nell’ambito delle operazioni NATO ed UE, ovvero KFOR ed ALTHEA, in continuità con quanto fatto in più di vent’anni di impegno militare nell’area. In KFOR, dove prevediamo di incrementare il nostro contingente con assetti specialistici, deteniamo per la settima volta il Comando della Missione che cederemo nel prossimo autunno a favore dell’Ungheria, verosimilmente per un anno.
Il disegno strategico che sottende alla nostra proiezione internazionale mira a concentrare forze e risorse nel Mediterraneo Allargato, area di nostro prioritario interesse, attraverso una partecipazione qualificata alle iniziative delle organizzazioni internazionali di riferimento e lo sviluppo di attività bilaterali, anch’esse funzionali alla tutela degli interessi nazionali, sempre nel rispetto del dettato costituzionale”.