Australia: droni e intelligenza artificiale dopo gli incendi

L’intelligenza artificiale è grande protagonista dei progetti di recupero dei territori dell’Australia devastati dagli incendi. Tra tecnologia e innovazione, fototrappole e droni che seminano alberi.
“An Eye on Recovery” è il nuovo progetto di Wwf Australia e Conservation International, realizzato grazie al supporto di Google.org. É uno dei più grandi programmi di sorveglianza post incendi mai intrapresi in Australia. Saranno installate oltre 600 fototrappole, apparecchi capaci di monitorare la fauna selvatica nei paesaggi colpiti dagli incendi.

Circa 3 miliardi tra mammiferi, uccelli, rettili e anfibi si trovavano nei 19 milioni di ettari di foreste e praterie devastati dalle fiamme. Per ben 119 specie oggi sono oggi necessari interventi urgenti.

Grazie a Wildlife Insights, piattaforma alimentata dall’intelligenza artificiale di Google, i ricercatori di tutto il Paese caricheranno e condivideranno le foto scattate dalle fototrappole. Questo aiuterà a capire quali specie sono sopravvissute nelle zone colpite dagli incendi e determinare dove le azioni di recupero siano più urgenti.

L’importanza delle fototrappole in Australia

Le prime 100 fototrappole sono state installate, a novembre, a Kangaroo Island. Qui gran parte della foresta nativa è stata distrutta dalle fiamme, ma la fauna locale mostra anche primi segni di ripresa. Ora sarà possibile identificare oltre 700 specie di fauna selvatica in pochi secondi e scartare velocemente le immagini inutili, aiutando gli scienziati e gli ecologi a fare valutazioni.

Sarà interessante monitorare specie come il topo australiano del fiume Hastings e il wallaby delle rocce dalla coda a spazzola, che ha perso buona parte del suo habitat vitale e delle risorse alimentari a causa degli incendi nelle Blue Mountains.

La tecnologia fornirà un aiuto fondamentale anche a Regenerate Australia che ha come obiettivo quello di supportare azioni di ripristino degli habitat, di recupero per la fauna selvatica e trasformare l’Australia in un Paese a basse emissioni di carbonio affidandosi a tecniche innovative.

I droni per seminare alberi

“Verso 2 miliardi di alberi” mira ad arrestare la perdita di biodiversità e a proteggere e a ripristinare gli habitat forestali, tramite la piantumazione di milioni di alberi e la sperimentazione di semina diretta da droni. AirSeed Technologies si occupa proprio della semina tramite droni e fornisce il suo supporto per aiutare a piantare gli alberi necessari a sostenere le popolazioni di koala in difficoltà.

L’obiettivo è quello di piantare, grazie ai droni, 100 milioni di alberi entro il 2024, ricostituendo gli habitat forestali con specie endemiche. Si tratta di un processo complesso, che unisce scienza e tecnologia. Effettuerà lo studio dell’ecosistema, per capire quali specie piantare e dove. La produzione dei ‘baccelli’ che contengono i semi e che verranno disseminati dai droni. La semina attraverso grandi droni e poi il monitoraggio e la protezione proattiva delle piante.

Il ‘baccello’ è progettato per proteggere i semi da animali invasivi come i roditori, ma anche da uccelli e insetti. Contiene tutti i nutrienti, i minerali e i probiotici di cui la pianta in crescita ha bisogno, per alimentare i suoi sistemi di radici e sviluppare la biomassa.
I droni sorvolano il terreno ad un’altezza variabile e sanno esattamente dove piantare ogni specie. Il sistema conosce la pressione con la quale lanciare a terra il baccello del seme, dipendente dal tipo di suolo e dalla sua durezza. Questa soluzione è perfetta per la germinazione e la protezione dal vento, dalla pioggia e dall’erosione.

Una volta che il seme è piantato, si utilizza l’intelligenza artificiale dei droni per identificare le specie che si sono stabilite con successo e quelle che non lo hanno fatto. Oggi oltre 100.000 alberi sono già stati piantati.

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Adnkronos

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