Bollettino del 13 maggio e aggiornamento campagna vaccinale

Secondo i dati di oggi 13 maggio del Ministero della Salute i nuovi positivi al Coronavirus sono 8.085. Ieri erano stati 7.852. Le vittime sono invece 201 in un giorno, in calo rispetto alle 262 di ieri.

I pazienti ricoverati in terapia intensiva per il Covid in Italia sono 1.893, 99 in meno rispetto a ieri nel saldo quotidiano tra entrate e uscite. Gli ingressi giornalieri, secondo i dati del 13 maggio del Ministero della Salute, sono stati 81. Nei reparti ordinari sono invece ricoverate 13.608 persone, 672 meno di ieri.

I tamponi molecolari e antigenici per il coronavirus effettuati nelle ultime 24 ore in Italia sono 287.026. Ieri i test erano stati 306.744. Il tasso di positività è del 2,8%, ieri era al 2,5%.

La Fondazione Gimbe, nel suo monitoraggio, rileva che in un mese si sono quasi dimezzati i ricoveri per Covid in Italia e si è allentata ulteriormente la pressione sugli ospedali. In 35 giorni i ricoveri con sintomi nei reparti Covid si sono ridotti del 49,1% e del 45,1% quelli nelle terapie intensive.

Il Presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, afferma: “L’ulteriore calo dei nuovi casi settimanali riflette gli ultimi effetti di 6 settimane di un’Italia tutta rosso-arancione”. La tendenza è alla riduzione dei casi in tutte le regioni, ma continua a salire leggermente l’indice di contagio Rt medio calcolato dall’Istituto Superiore di Sanità (Iss), che rispetto al valore di 0,85 (0,80-0,91) della scorsa settimana ha raggiunto lo 0,89 (0,85-0,91).

Nei reparti Covid rispetto al picco del 6 aprile scorso, con 29.337 posti letto occupati, il numero è sceso a 14.937, pari al 49,1% in 35 giorni. Solo la Calabria supera la soglia di allerta del 40%. Sempre rispetto al 6 aprile i posti letto occupati nelle terapie intensive sono diminuiti da 3.743 a 2.056, con una riduzione del 45,1% in 35 giorni. La soglia di saturazione del 30% risulta superata, seppur di poco, in Lombardia e in Toscana (32%).

Per quanto riguarda la campagna vaccinale anti Covid, secondo la Fondazione Gimbe,  è necessario integrare il sistema della prenotazione volontaria con un sistema a chiamata attiva, accanto a una campagna di comunicazione istituzionale e a strategie di persuasione individuale. Questo alla luce del fatto che ad oggi 13 maggio, nella fascia d’età compresa fra 70-79 anni è ancora scoperta una persona su quattro e lo è una su due nella fascia fra 60 e 69 anni.

La Fondazione osserva: “Il 68% degli over 60 ha ricevuto almeno la prima dose di vaccino, con le Province autonome di Trento e Bolzano che si avvicinano all’80%. Ci sono notevoli differenze regionali nelle fasce over 80 e 70-79 anni, mentre quella 60-69, a fronte di un rilevante impatto sulle ospedalizzazioni, è ancora molto indietro”.

Fra i 4,4 milioni di over 80, il 77% ha completato il ciclo vaccinale e il 13% ha ricevuto solo la prima dose. Nella fascia degli over 70 che sono oltre 5,9 milioni, il 18,1% ha completato il ciclo e il 55,9% ha ricevuto solo la prima dose.

Renata Gili, responsabile della Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione Gimbe, osserva: “In generale il mancato sprint della campagna vaccinale è influenzato dalla mancata somministrazione di 1.286.041 dosi di AstraZeneca. Le scorte inutilizzate di questo vaccino vanno dal 4,7% del Molise al 46% della Sicilia. Tenendo conto che l’uso preferenziale di questo vaccino è negli over 60, è inevitabile che i rifiuti influenzino la copertura vaccinale in questa classe d’età”.

Il Presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, commenta: “Al di là di ritardi e irregolarità delle consegne di AstraZeneca finora Johnson & Johnson ha consegnato solo ‘briciole’ e oltre 7 milioni di dosi CureVac restano vincolate ai tempi di approvazione dell’Ema. In altri termini, tenuto conto anche del numero esiguo di dosi di Moderna, la campagna vaccinale in Italia è sempre più Pfizer-dipendente“.

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