Bridgerton: la recensione della nuova serie Tv Netflix

Dal sodalizio tra la Rhimes e Netflix, è nata una delle prime serie televisive ispirate ai romanzi rosa, che in pochissimo tempo è divenuta la serie Tv più chiacchierata di questo 2020: Bridgerton.

Uscita il giorno di Natale, la storia è ispirata a Il duca ed io, primo capitolo di una serie composta da otto romanzi, tutti dedicati ai componenti di una famiglia, scritto da Julia Quinn. Lo storytelling ricorda moltissimo Downton Abbey, Scandal e Gossip Girl, qualcosa che molti non credevano che potesse davvero funzionare e che invece è riuscito a diventare una delle serie più seguite sulla piattaforma, grazie anche ad un vortice di amori passionali, scandali e segreti, sullo sfondo di una Londra ottocentesca.

La serie creata da Chris Van Dusen, lo show runner del progetto, trova la sua forza nelle sue protagoniste femminili, figure magnetiche che mettono costantemente in discussione i limiti che il proprio mondo gli impone, cercando l’amore più che la convenienza o desiderando essere qualcosa di più che solo mogli e madri.

Trama

La serie racconta le vite private dell’alta società londinese nell’età della reggenza. È una saga famigliare che ruota intorno ai fratelli e alle sorelle Bridgerton nella loro ricerca di un buon partito, soprattutto Daphne, che ha appena debuttato in società, con un carattere brillante, ma poco esperta del mondo. Per attirare i miglior partiti, ordisce un piano con lo scapolo d’oro più ambito di Londra: il Duca di Hastings. I due decidono di fingere di essere innamorati, in modo che lui non venga più tormentato dalle pretendenti e invece lei ne attirerà di più. A mettere un po’ di pepe nella storia è Lady Whistledown, che nella versione originale ha la voce di Julia Andrewes. È la misteriosa autrice di gossip che sa tutto di quello che succede a Londra, tra scandali e segreti, nessuno conosce la sua vera identità.

Punti di forza di Bridgerton

Come pretendono i Drama Period, i personaggi interagiscono tra di loro soprattutto nei balli, unico modo per l’epoca per trovare marito o moglie, ma in questa serie in costume le colonne sonore sono dei pezzi moderni arrangiati in chiave orchestrale. Tra i brani presenti vi sono Thank u, Next di Ariana Grande e Bad Guy di Billie Eilish. Altre cover che accompagnano i passionali balli in Bridgerton sono quelle del brano Strange di LP e la canzone Wildest Dreams di Taylor Swift, è presente anche il brano Girls Like You dei Maroon 5.

Le atmosfere sono da favola, con un’altissima attenzione al dettaglio, ad esempio per quanto riguarda i costumi di scena: sono stati realizzati 7500 abiti.

Punti negativi

Il sesto episodio della serie Tv ha scandalizzato molti spettatori, che hanno riversato il proprio disappunto su Twitter.

Dopo aver appreso che il Duca di Hastings ha mentito sulla sua incapacità di avere figli, Daphne prende in mano la situazione. Avendo capito come effettivamente funziona l’atto riproduttivo, a letto si aggrappa a lui impedendogli di ritrarsi mentre fanno sesso, nel tentativo di concepire il bambino che desidera.

Gli spettatori hanno accusato la serie non tanto per una scena, che sembra a tutti gli effetti un vero e proprio stupro al contrario, ma di aver creato un dialogo riguardante il tema del consenso.

Lo showrunner di Bridgerton si è difeso spiegando di aver pensato a lungo a come trasportare nella serie la già assai controversa sequenza del libro. “Questa prima stagione l’ho sempre considerata come una sorta di ‘Educazione di Daphne Bridgerton’. All’inizio lei è una debuttante ingenua, con gli occhi spalancati e perfetta. Poi la vediamo crescere e diventare una donna che riesce a liberarsi di tutti i vincoli che la società le ha imposto e capisce finalmente chi è veramente e di cosa è capace“, ha spiegato Van Dusen. Per lo sceneggiatore, dunque, includere quella scena era un modo per mostrare l’evoluzione della protagonista. “È una parte essenziale del suo viaggio e delle sue lotte per definirsi quella che è. Vi assicuro che abbiamo discusso molto prima di capire come affrontare e gestire la scena“.

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