Screenshot SKY brugnaro

Brugnaro: “Esterrefatto. Sempre anteposti gli interessi pubblici”

Sono esterrefatto! In cuor mio ed in coscienza, so di aver sempre svolto e di continuare a svolgere l’incarico di sindaco come un servizio alla comunità, gratuitamente, anteponendo sempre gli interessi pubblici“.

Così in una nota il Sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro. Il Primo Cittadini ha oggi ricevuto un avviso di garanzia nell’ambito dell’indagine che ha portato all’arresto dell’Assessore alla Mobilità, Renato Boraso. Brugnaro ha poi commentato l’indagine: “L’ipotesi che io abbia potuto agire sui Pili per portare vantaggi in termini di edificabilità e/o varianti urbanistiche è totalmente infondata. Com’è noto, ed ho spiegato pubblicamente, quella è un’area già edificabile da prima della mia amministrazione“.

Ad essere indagati anche il capo di Gabinetto del Sindaco e Direttore Generale del Comune, Morris Ceron e il vicecapo di Gabinetto, Derek Donadini. L’Assessore è coinvolto in una vicenda che riguarderebbe le trattative di vendita all’imprenditore Chiat Kwong Ching, di Singapore. Nello specifico il riferimento è all’area dei “Pili” che si affaccia sulla laguna di Venezia. Gli accertamenti, scrive ANSA, sono relativi al blind trust che gestisce il patrimonio dell’Assessore.

A Boraso è stata perquisita anche l’abitazione, mentre le misure cautelari totali eseguite sono circa dieci. Diciotto, invece, le persone toccate dall’inchiesta, a vario titolo. I reati contestati a Boraso sono corruzione, riciclaggio e falsa fatturazione. Le forze dell’ordine indagano dal 2021, sulla scorta di un esposto relativo all’uso di alcuni terreni della periferia di Venezia.

I dettagli sono stati forniti oggi dal procuratore capo Bruno Cherchi: “Abbiamo iniziato con le intercettazioni per poi passare ai riscontri documentali grazie all’attività della Guardia di finanza, alla quale è stata affidata l’indagine. Stamane con ordinanza del Gip abbiamo dato il via alle misure cautelari e alle perquisizioni in abitazioni ed uffici perché eravamo a conoscenza, attraverso le intercettazioni, che Boraso stava distruggendo i documenti“.

Secondo il capo della Procura lagunare Boraso si era messo a disposizione, da assessore ma con le sue svariate società. Le attività per non riguardavano la pubblica amministrazione e l’Assessore si sarebbe fatto pagare con fatture per prestazioni inesistenti in modo ripetuto. Boraso, spiega la Procura, interveniva su appalti e servizi e modificando piani comunali a favore di diversi imprenditori, che poi lo pagavano.

(Screenshot SKY)

Condividi
Per informazioni scrivere a: info@tfnews.it