Camera: ricorso contro il Green Pass: trattativa aperta

In vista del voto per il Quirinale, un gruppo di parlamentari ha presenta un ricorso alla Consulta contro il ‘Super Green Pass’.

“L’obbligo di Green pass rafforzato sui trasporti pubblici lede le prerogative del Parlamento in vista del voto sul Presidente della Repubblica” – sostengono 5 parlamentari isolani capeggiati da Pino Cabras, deputato di Alternativa c’è, che hanno presentato ricorso per conflitto di attribuzioni tra poteri dello Stato alla Corte Costituzionale e chiesto la sospensione cautelare dell’obbligo.

La Consulta si pronuncerà sulla richiesta  il 19 gennaio prossimo in una Camera di Consiglio straordinaria convocata per il 19 gennaio. I parlamentari chiedono alla Corte di dichiarare che non spettava al Governo adottare il decreto-legge n. 229 del 30 dicembre scorso contenente “Misure urgenti per il contenimento della diffusione dell’epidemia da COVID-19” e di disporre in via d’urgenza la sospensione e poi l’annullamento dell’articolo 1, comma 2, che ha introdotto l’obbligo dal 10 gennaio del green pass rafforzato sui trasporti pubblici e di tutti gli “atti lesivi” conseguenti e connessi all’intero provvedimento.

Nel ricorso viene anche richiesto alla Corte di sollevare, dinanzi a se stessa, questione di legittimità costituzionale del decreto-legge nella sua interezza e di disporre l’annullamento, previa sospensione, di tutto il decreto-legge.

Il giudice costituzionale relatore è Augusto Barbera, mentre i parlamentari saranno rappresentati dagli avvocati Ugo Mattei e Fabrizia Vaccarella. ”

L’obbligo di green pass rafforzato sui trasporti pubblici “lede le prerogative del Parlamento in vista del voto sul Presidente della Repubblica”, sostengono 5 parlamentari isolani capeggiati da Pino Cabras, deputato di Alternativa c’è, che hanno presentato ricorso per conflitto di attribuzioni tra poteri dello Stato alla Corte Costituzionale e chiesto la sospensione cautelare dell’obbligo. I parlamentari chiedono alla Corte di dichiarare che non spettava al Governo adottare il decreto-legge n. 229 del 30 dicembre scorso contenente “Misure urgenti per il contenimento della diffusione dell’epidemia da COVID-19″. Nel ricorso viene anche richiesto alla Corte di sollevare, dinanzi a se stessa, questione di legittimità costituzionale del decreto-legge nella sua interezza e di disporre l’annullamento, previa sospensione, di tutto il decreto-legge.

Al momento, sono una quarantina i parlamentari che risultano positivi al Covid e che, in teoria, non potrebbero votare, ma si stanno cercando delle soluzioni per superare il problema. “L’auspicio è che si possa arrivare a creare le condizioni affinchè tutti coloro che hanno diritto di esprimere un voto lo possano fare, quindi confidiamo come centro-destra che si arrivi a condividere regole che permettano questo”, ha commentato il sottosegretario alla Salute Andrea Costa. “Bisogna trovare assolutamente una soluzione – incalza il coordinatore nazionale di FI, Antonio Tajani – c’è un diritto costituzionale che va rispettato, non si tratta di uscire per andare a fare la spesa ma di eleggere il presidente della Repubblica, quindi va trovata una soluzione. Tecnologicamente, non credo ci siano i tempi per un voto telematico a distanza ma si possono trovare altre soluzioni: far votare nelle prefetture o trovare una sala riservata per chi è in quarantena”. “Vedremo, ci saranno delle riunioni e i capigruppo troveranno le giuste soluzioni”. 

Il voto a distanza da parte dei parlamentari positivi o in quarantena “evita problemi di legittimità dell’elezione del Presidente della Repubblica, ed anche problemi politici di raggiungimento dei quorum”, spiega il costituzionalista Salvatore Curreri, secondo il quale “i Presidenti  delle Camere dovrebbero scrivere al Governo  per chiedere una norma urgente che consenta a questi deputati e senatori di raggiungere Roma“.

Da fonti parlamentari  si apprende che al momento dal Collegio dei Questori del Senato non sono previsti aggiornamenti e modifiche delle modalità di voto dei grandi elettori per il nuovo capo dello Stato già stabilite a Montecitorio, comprese eventuali deroghe su votanti positivi al covid. Nessuna  nuova riunione, inoltre, anche congiunta con i Questori  della Camera, è convocata a breve. A oggi, a Palazzo Madama si contano 9 senatori tra contagiati e isolati in quarantena.

Quindi l’orientamento dei Questori, per entrambe le situazioni, prevede che la legge da rispettare sia quella dello Stato, per cui chi è positivo al covid non può uscire di casa, nemmeno per andare a votare.

 

 

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Redazione

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