Cannes: per Nanni Moretti undici minuti di applausi dopo il suo film

Subito dopo la proiezione del suo ultimo film “Tre piani“, con cui è in corso per la Palma d’oro al Festival di Cannes, Nanni Moretti ha ricevuto un’ovazione lunga 11 minuti di applausi.

Insieme a lui, durante la proiezione del film e a ricevere tutti gli applausi, Margherita Buy, Alba Rohrwacher, Riccardo Scamarcio, Adriano Giannini; e ovviamente i produttori Domenico Procacci di Fandango e Paolo Del Brocco di RAI Cinema.

Nanni Moretti non è un novello ai premi del Festival di Cannes. Vent’anni dopo la vittoria della Palma d’oro e il premio FIPRESCI, federazione internazionale della stampa cinematografica, con “La stanza del figlio“, il regista e attore torna al Festival di Cannes con questo nuovo film, il primo della sua carriera tratto da un soggetto non originale. Un film severissimo, che non concede nulla né ai personaggi né allo spettatore, e tantomeno all’ego del suo autore. Nel 1994 ricevette il premio alla regia per il film “Caro diario“.

Durante la conferenza stampa Nanni Moretti ha dichiarato: “Più passa il tempo e più amo fare questo lavoro, la passione non basta, ci vuole l’attenzione ai dettagli.  Ma più passa il tempo e meno sono capace di spiegare il perché di certe scelte. È un libro, Tre piani, che affronta tematiche universali, la colpa, la giustizia, la responsabilità di essere genitori, le nostre scelte e le loro conseguenze. È un romanzo talmente denso per cui io non volevo protagonismi esibiti nella recitazione, nella regia, nella sceneggiatura, musica, montaggio, fotografia, scenografia e nemmeno nell’arredamento; volevo la qualità non auto-compiaciuta. Per la recitazione non volevo spontaneità, che non considero un valore, bensì l’autenticità“.

Un pensiero è andato anche al momento critico che sta vivendo il cinema e dei tanti film che non sono riusciti a tornare nelle sale; “Ho detto a Procacci di attendere che le sale riaprissero in pienezza. E l’ho intimato a non dirmi quanto gli stavano offrendo Amazon, Disney e Netflix, non lo voglio sapere, nascondimelo, gli ho detto. Perché per me è indispensabile la centralità della sala cinematografica, e prima ancora che come regista, attore, produttore ed esercente, io lo dico da spettatore: io non so stare senza andare a vedere al cinema i film degli altri. E per fortuna la mia curiosità resta intatta“.

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