Durante la terza giornata del processo di impeachment contro Donald Trump, l’accusa ha reso note delle immagini che riguardano l’attacco armato a Capitol Hill, che vedono l’ex Presidente degli Stati Uniti come “istigatore in capo”.
Da quanto ha rivelato Tommy Tuberville, Senatore Repubblicano dell’Alabama, lui ha informato Trump che il suo Vice, Mike Pence, era stato appena stato messo in salvo. La telefonata è avvenuta poco dopo le 14, quando l’allora presidente twittò che Pence non aveva avuto il coraggio di ribaltare la vittoria di Joe Biden. Le accuse mosse dal dipartimento di Giustizia, per la prima volta ha collegato direttamente le parole del commander in chief all’azione di un gruppo estremista.
Al momento i quattro arrestati hanno sostenuto in tribunale di aver seguito gli appelli di The Donald ad attaccare il Capitol Hill. Dopo queste affermazioni la situazione di Donald Trump sembra peggiorare sempre di più.
Le accuse dei Procuratori sono basate usando le stesse parole di Trump, i suoi tweet, i suoi comizi, le sue minacce. In un’efficace ricostruzione con video e audio, si è potuto svelare più in profondità tutta la violenza e la premeditazione dell’attacco. L’accusa ha quindi cercato di dimostrare come l’assalto non era solo il risultato del comizio precedente. Ma l’apice di una “grande menzogna”. Di un piano preparato da almeno 5-6 mesi prima per evocare i brogli in caso di sconfitta e scatenare la risposta di piazza.
Donald Trump, da quanto detto dai Procuratori, sapeva che cosa si stava tramando sui social e fece spallucce agli allarmi dell’Fbi.