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Caso Malika: il fratello rincara la dose al telefono con Veronica Ruggeri

Continua il caso di Malika, la ragazza 22enne cacciatta di casa a “causa” della sua omosessualità. Nei giorni scorsi le parole dei messaggi vocali della madre della ragazza hanno fatto il giro di tutti i social, le tv e i giornali. 

Nella puntata di ieri, 13 aprile, anche il programma Le Iene ha affrontato il caso insieme a Veronica Ruggeri. La giornalista è riuscita a mettersi in contatto telefonicamente con il fratello di Malika, Samir. Prima Veronica Ruggeri ha incontrato Malika che le ha fatto ascoltare i vocali che la madre le ha inviato. Poi dopo ha cercato di parlare con il padre e la madre. Nell’incontro con la donna Veronica riceve una risposta agghiacciante: “Io non ho una figlia. Ho solo un figliolo maschio.” Con il padre invece nemmeno una domanda riesce ad essere fatta. 

Ma quello che renderà ancora di più questa vicenda ancora più assurda sarà la telefonata che Veronica Ruggeri farà con il fratello. Se da una parte si può immaginare ma non capire la reazione dei genitori, non è accettabile che un ragazzo possa dire certe parole: “Io non prendo le parti di una persona che fa schifo. Dammi una coltellata, rubami la roba in casa, io un domani ti riparlerò. Ma non mandarmi i carabinieri a casa“; come se la cosa più grave di tutta questa storia fosse che Malika sia andata a casa per recuperare le sue cose accompagnata dai carabinieri. Chiunque l’avrebbe fatto se minacciato da morte dalla propria madre.

La frase successiva è ancora più grave perché riversa nella sorella “la colpa” di tutto: “Ci doveva riflettere molto bene. Questa reazione da parte dei miei, lei lo sapeva nei minimi dettagli. E’ una cosa che andrà avanti per anni. Ci vorranno anni prima di mettersi tutti e quattro a tavola e mangiare un boccone insieme. La prima cosa che mia mamma mi ha detto è stata ‘per la droga c’è la cura, per questo no’, loro la reputano proprio una malattia“. 

Ci si domanda, se per loro è una malattia, tu fratello perchè non cerchi di fargli capire che in realtà non cambia nulla? che l’essere omosessuale non rende una persona meno bisognosa di affetto o che la si possa trattare come dice la madre da “pezza di merda“?

A fine telefonata il ragazzo ci tiene a far sapere che: “Le hanno tolto la residenza e quindi lei è senza fissa dimora e in più è disconosciuta, come se la mia mamma non l’avesse mai partorita. La residenza gliel’hanno tolta tre giorni fa in Comune e per il disconoscimento hanno fatto la richiesta.”

La sua frase finale “sicuramente non la cancellerò, i miei non lo so” fanno venire i dubbi sulla sua intervista di qualche giorno fa in cui diceva che “l’ho chiamata per venire a vivere da me. Lei ora sta andando avanti solo per i soldi“.

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