Charlie Chaplin: 132 anni dalla nascita di una leggenda

Oggi ricorre il 132esimo anniversario della nascita di una leggenda della Storia del Cinema: Charlie Chaplin.

Nato il 16 aprile 1889 a East Street, nel sobborgo londinese di Walworth. Era un figlio d’arte, infatti i suoi genitori erano Charles Chaplin Senior, un attore di varietà di discreto talento e successo, ma compromesso dal vizio dell’alcol. E Hannah Harriette Hill, un’attrice conosciuta come Lily Harley, di altrettanto talento, ma minor fortuna.

Il padre morì quando Charlie aveva dodici anni e la madre, affetta da turbe mentali, venne ricoverata in un istituto presso Croydon, dove morì nel 1928.

Gli esordi

Chaplin fu una delle personalità più creative e influenti del cinema muto. La sua vita lavorativa nel campo dello spettacolo ha attraversato oltre 76 anni. La sua carriera artistica mosse i primi passi nel mondo del circo, dove si affermò come fantasista negli spettacoli itineranti di Fred Karno. Ben presto il giovane Chaplin divenne, insieme a Stanley Jefferson, meglio conosciuto come Stan Laurel, uno degli attori più apprezzati della compagnia.

Nel 1909 iniziarono le tournée all’estero: dapprima a Parigi e, due anni dopo, negli Stati Uniti. Proprio lì Chaplin fu notato dal produttore Mack Sennett, che nel novembre 1913 lo mise sotto contratto per la casa cinematografica Keystone e con il quale girerà le sue prime comiche.

Charlie Chaplin e la tragedia unita alla commedia

Capace far commuovere, ma allo stesso tempo rallegrare, i suoi spettatori, i film dell’attore britannico sono tutt’ora molto amati, caratterizzati dal riscatto dell’umiliato e del debole contro i forti. A tal proposito, l’attore era solito dire: “La vita è una tragedia se vista in primo piano, ma è una commedia se vista in campo lungo”.

Il personaggio che lo reso celebre fu Charlot, nel film Il Monello, del 1921, il suo primo lungometraggio in veste di regista. La pellicola è l’emblema delle classi più disagiate e del loro malinconico disincanto, nel periodo del progresso industriale ed economico.

Disse lo stesso Chaplin: “Volevo che tutto fosse una contraddizione: i pantaloni larghi, la giacchetta stretta, il piccolo cappello e le grandi scarpe. Ho messo i baffetti che, pensai, avrebbero aggiunto qualche anno in più. Non avevo ancora bene in mente il personaggio. Ma nel momento in cui mi sono vestito, gli abiti e il trucco mi hanno fatto sentire chi ero. È bastato il tempo di entrare sul set per far nascere Charlot”.

In più questo filmato dimostra quanto, in realtà, fosse un anticipatore dei tempi. È stato il primo regista a intuire e a sfruttare fino in fondo le capacità protagonistiche che gli attori bambini potevano avere davanti alla macchina da presa.

All’indomani della prima guerra mondiale, segnata dal dramma di migliaia e migliaia di orfani, Jackie Coogan, che interpreta il ruolo del Monello, commuove con il suo personaggio di bambino povero, abbandonato, desideroso di affetto e al tempo stesso pieno di vita, di intraprendenza e di speranza nel futuro.

L’esilio

La presunta origine ebraica e le esplicite simpatie per le idee e i movimenti di sinistra lo posero sotto il controllo dell’FBI sin dal 1922, portandolo nel 1947 di fronte alla Commissione per le attività antiamericane. Così il 19 Settembre del 1952, mentre era in viaggio per Londra, gli venne annullato il permesso di rientro negli USA. Nel 1953 i Chaplin si stabilirono in Svizzera, presso Vevey. L’attore rientrerà negli USA solo nel 1972 per ritirare un tardivo Oscar alla Carriera.

Charles Chaplin morì a Vevey, in Svizzera, il giorno di Natale del 1977 e lì fu sepolto. Due mesi dopo la sua morte, il 3 marzo 1978, il suo corpo fu trafugato in un tentativo di estorsione ai danni dei suoi familiari. Il piano tuttavia fallì. I malviventi furono catturati ed il corpo successivamente recuperato nei pressi del lago di Ginevra.

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