Cinema: il film di Erik Matti in concorso alla Mostra del Cinema

Per Erik Matti è la prima volta alla Mostra del Cinema di Venezia. Si fa conoscere fuori dal suo paese, le Filippine, nel 2013, quando il suo thriller d’azione neo-noir On the Job viene presentato alla Quinzaine des Réalisateurs del Festival di Cannes.

Alla Mostra del Cinema presenta il sequel del film del 2013: “On The Job: The Missing 8“. Ispirato a eventi realmente accaduti, il film narra la storia di Sisoy Salas; un giornalista corrotto che cerca giustizia per i suoi colleghi, e del detenuto Roman Rubio, un sicario che viene regolarmente fatto uscire di prigione per compiere degli omicidi. Sisoy è sempre stato uno strenuo difensore del governo e del popolare sindaco della città, Pedring Eusebio. Ma quando scompaiono i suoi colleghi del giornale locale, compresi il suo amico di vecchia data Arnel Pangan e il figlio, Sisoy è costretto a ripensare i suoi legami di fedeltà e a mettere in discussione le sue convinzioni politiche.

Nel frattempo, Roman viene condannato all’ergastolo per un crimine che non ha commesso ma non volendo trascorrere il resto della sua vita come assassino a pagamento, comincia a pianificare il modo di riconquistare la sua libertà con ogni mezzo possibile. Impegnato in una lotta contro una sporca burocrazia e un’ondata di notizie false fabbricate contro le vittime, Sisoy indaga tenacemente sul destino degli otto scomparsi. Lentamente, si avvicina alla verità, attirandosi le ire del sindaco Eusebio e della sua potente macchina politica.
Le strade di Sisoy e Roman sono destinate a scontrarsi fatalmente nel momento in cui Sisoy diventa il prossimo bersaglio di Roman.

In conferenza stampa Erik Matti ha parlato cosi del suo ultimo lavoro: “Il film è un’opera corale che cerca di analizzare, attraverso la scomparsa di otto persone, una realtà delle Filippine di cui la stampa non parla mai.
Politici gangster, giornalisti pennivendoli, detenuti assassini… questi folli personaggi si intrecciano nella rappresentazione della radicata cultura dell’impunità e della non responsabilità che caratterizza un paese come le Filippine.
Potrà sembrare paradossale che io trovi la mente criminale estremamente affascinante e, allo stesso tempo, disgustosa. Tuttavia, non voglio mai esprimere giudizi morali. Mi interessa capire che cosa c’è alla base del pensiero di questi personaggi e vedere il loro lato umano; non per glorificarli ma per capire davvero come sono diventati quello che sono.

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