Cognome materno ai figli, la proposta da oggi in Senato

La Seconda Commissione Giustizia del Senato sta esaminando da questo pomeriggio la proposta di legge sul cognome materno per l’attribuzione diretta ai figli. 

L’iniziativa è fortemente sostenuta dall’Unione Donne in Italia (UDI). L’Italia in merito a tal pratica è fanalino di coda in Europa. Nel nostro Paese infatti non c’è stata finora nessuna iniziativa legislativa che abbia traguardato l’obiettivo del doppio cognome dei figli. Un modo formale per dare effettiva dignità alle donne nel rapporto coniugale e familiare. Oltre che un riconoscimento dell’unicità della filiazione dentro e fuori il matrimonio.

“Sono più di 40 anni che le donne chiedono inascoltate che il proprio cognome non venga cancellato”, spiega l’UDI. Una prima proposta risale al 1979 a firma dell’onorevole Magnani Noya del PSI.

“In un momento in cui la dignità si fa tema politico – prosegue l’UDI – il cognome della madre taciuto, prima di essere un’ingiustizia, appare uno scandalo. È tempo che i figli portino i segni di coloro che li hanno generati e che il loro nome sia una storia, non un attestato di proprietà. Si auspica quindi che ciò avvenga alla nascita, senza necessità di accordi e concessioni tra coniugi”. E infine: “Se ci si muove in fretta – ribadisce l’UDI riferendosi alla proposta abbastanza ‘snella’- si può riuscire a varare una legge sufficientemente buona entro questa legislatura”.

Della stessa speranza era stata qualche mese fa la Presidente del Senato Casellati. Anche Casellati aveva auspicato l’approvazione del Parlamento “prima della fine della legislatura”. Come peraltro è stato già sollecitato, più volte, dalla Corte Costituzionale.


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