Concessioni Balneari: dal primo gennaio 2024 al via il libero mercato

Arriva l’ultma proroga sulle concessioni balneari. Le attuali concessioni sono state rinnovate e scadranno tutte il 31 dicembre 2023.

Dal giorno successivo al 31 dicembre 2023, spiega il Consiglio di Stato, non ci sarà alcuna possibilità di proroga ulteriore, neanche per via legislativa e il settore sarà comunque aperto alle regole della concorrenza. Scaduto tale termine, quindi, “tutte le concessioni demaniali dovranno considerarsi prive di effetto, indipendentemente da se vi sia o meno un soggetto subentrante nella concessione”.

Sono due le sentenze emesse dall’Adunanza plenaria del Consiglio di Stato, cioè i numeri 17 e 18, in cui si rimarca “l’eccezionale capacità attrattiva del patrimonio costiero nazionale” e si afferma che la perdurante assenza, nonostante i ripetuti annunci di un intervento legislativo di riforma, mai però attuato, di un’organica disciplina nazionale delle concessioni demaniali marittime genera una situazione di grave contrarietà con le regole a tutela della concorrenza imposte dal diritto dell’Ue, perché consente proroghe automatiche e generalizzate delle attuali concessioni. 

Secondo i giudici di Palazzo Spada, il confronto concorrenziale, oltre a essere imposto dal diritto Ue, “è estremamente prezioso per garantire ai cittadini una gestione del patrimonio nazionale costiero e una correlata offerta di servizi pubblici più efficiente e di migliore qualità e sicurezza, potendo contribuire in misura significativa alla crescita economica e, soprattutto, alla ripresa degli investimenti di cui il Paese necessita”. I concessionari attuali potranno comunque partecipare alle gare che dovranno essere bandite.

Arriva però il sindacato dei balneari, soprattutto della Riviera Romagnola, che hanno dichiarato: “Ci riserviamo di leggere con la dovuta attenzione e deferenza le motivazioni della sentenza del Consiglio di Stato sulle concessioni demaniali marittime depositata oggi, all’esito del quale decideremo le iniziative da intraprendere per la tutela di decine di migliaia di famiglie di onesti lavoratori gettate, oggi, nell’angoscia più totale per la prospettiva di perdere il lavoro e i loro beni“. Antonio Capacchione, presidente del Sindacato Italiano Balneari aderente a Fipe-Confcommercio, ha dichiarato per di più: “Immediatamente, però, non possiamo non registrare che questa sentenza appare sconcertante prima ancora che sconvolgente perché si discosta da consolidati orientamenti giurisprudenziali, anche costituzionali, a tutela della proprietà aziendale, del lavoro e della certezza del diritto“.

E’ persino imbarazzante non tanto perché è una sorta di ‘messa in mora’ del Legislatore chiamato a disciplinare le gare con modalità da essa stessa stabilite, quanto per la sua lampante contraddittorietà. Il Consiglio di Stato, infatti, afferma la contrarietà al Diritto europeo delle proroghe disposte dal Legislatore e dalla Pubblica amministrazione, in quanto ‘automatiche e generalizzate’ e nel contempo stabilisce una proroga altrettanto automatica e generalizzata, solo, però, di due anni. In definitiva rivendica a sé ciò che, invece, non consente agli altri Poteri dello Stato. Per cui alle proroghe del Legislatore e dei Comuni adesso abbiamo anche quella dei giudici” – conclude il Presidente del Sindacato Italiano Balneari. 

Al momento il giro d’affari stimato del settore si aggira intorno ai 15 miliardi di euro all’anno, mentre l’ammontare dei canoni di concessione supera di poco i cento milioni di euro l’anno.

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