Conferenza CEI Mediterraneo: Draghi, come costruire un cultura condivisa

Proteggere il mare e tutto il patrimonio naturale, custodire la bellezza delle città, la loro spiritualità e modernità, fornire nuove opportunità a chi cerca lavoro e maggior rappresentanza a giovani e donne, tutelare la pluralità delle nostre identità, favorire il dialogo fra culture diverse, tutelare le minoranze etniche e religiose.

Mario Draghi interviene all’apertura dei lavori della Conferenza della CEI “Mediterraneo frontiera di pace” e traccia, punto per punto, la ‘roadmap’ per la costruzione della “cultura mediterranea”. “Sono i nostri diritti e i nostri doveri come abitanti del grande mare”spiega il Premier a Firenze.

Dobbiamo lavorare perché il Mediterraneo sia laboratorio di pace, tolleranza e prosperità al centro dell’Europa” specifica il Premier. E poi stila i temi, uno ad uno, in tale direzione. Parla dei giovani del Mediterraneo. Fra Medio Oriente e Africa, spiega, i giovani sotto i 15 anni sono il doppio della media dell’Europa, mentre i maggiori di 65 anni solo un quarto. “Tutti i giovani – dichiara Draghi – hanno la legittima aspirazione di realizzare a pieno il proprio potenziale”. Il punto è, quindi, il lavoro, la lotta alla disoccupazione, gli investimenti su scuole e occupazione.

Poi passa a cambiamenti climaticiinstabilità politica. Queste le ragioni di debolezza e le causa di migrazioni “per necessità”. Un fenomeno che spiega Draghi va letto nella connessione di tutta la regione del Mediterraneo. “Ciò che accade nell’Egeo riguarda anche il Tirreno e ciò che avviene a largo della Tunisia e della Libia si ripercuote sulle coste della Sicilia”, dice.

Infine, la fede. Draghi si rivolge alle autorità religiose per chiedere “educazione all’amore”. “La stabilità e la pace si organizzano nelle istituzioni ma si costruiscono nelle città. Perché è lì il contrasto quotidiano alle disuguaglianze, all’odio e all’ignoranza”.

Rapido, in chiusura, il passaggio sull’Ucraina. “Difendere i nostri valori è ancora più importante nei momenti di crisi. Le prevaricazioni e i soprusi – tuona – non devono essere tollerati”.

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