Setta

Costume e Società: caro Governo i diritti non sono privilegi

Durante la campagna elettorale si parlò tantissimo di cosa sarebbe potuto succedere nel caso la destra di Giorgia Meloni fosse andata al Governo. Dagli aumenti delle bollette a quelli della benzina, dal prelievo al bancomat e i soldi cash che si potevano spendere alle commissioni bancarie per chi col bancomat ci paga e “penalizza” i poveri commercianti, fino ad arrivare alla comunità LGBTQ+.

Tutti ricorderemo l’incursione del giovane sul palco di Cagliari che diceva a Giorgia Meloni “sarò obbligato ad andarmene dal mio Paese” ricevendo la risposta “Avete già le unioni civili penso che basti”, cavalcando poi l’onda dichiarando che il suo Governo non aveva nessuna intenzione di eliminarle.

Oggi il Governo è proprio quello di Giorgia madre, donna, cristiana e tutto quello di cui si era riempita la bocca non è andato come lei sperava.

Tutto tranne le unioni civili. Quelle è vero non le ha toccate, per ora. Ora il Governo Meloni sta facendo tutt’altro. Quello che sta accadendo è cercare di distruggere tutto il resto e lo fanno partendo dalla famiglia e dai bambini.

Negli ultimi giorni l’attenzione massima è sulla questione Famiglie Arcobaleno e il divieto nei confronti dei Sindaci delle trascrizioni dei bambini delle coppie omogenitoriali. 

Per il Governo questi bambini sono nati con la pratica della GPA ovvero della gestazione per altri che il Centrodestra ama chiamare utero in affitto. Partendo dal presupposto che la GPA in Italia è vietata, l’utilizzo di questa pratica è per il 70% eterosessuale e il restante 30% suddiviso in coppie omosessuali, donne single e uomini single. E non si parla di numeri mondiali, ma sono numeri che riguardano l’Italia. Quindi il Governo Meloni non sta cercando di contrastare la GPA, ma il suo utilizzo per le coppie omosessuali visto che il divieto delle trascrizioni è destinato solo ed esclusivamente per le coppie omogenitoriali. Questo fa capire che il divieto è un attacco legalizzato a coloro che la destra descrive sempre come “non naturali”.

Qualche giorno prima di questa “grande vittoria” a discapito di oltre 150 mila bambini italiani di coppie omogenitoriali il Senato si era espresso negativamente su una proposta di regolamento europeo che puntava a uniformare le procedure di riconoscimento dei figli in tutti gli stati dell’Unione europea. 

La proposta di regolamento europeo permetterebbe a coloro che hanno avuto figli in qualsiasi stato europeo diverso dal proprio di essere automaticamente riconosciuti come genitori anche nel proprio Paese, attraverso uncertificato europeo di filiazione. Ma ovviamente è una cosa disdicevole solo pensarlo di tutelare chi è diverso e soprattutto che dovrebbe godere di tutti i diritti costituzionali di essere umano.

La notizia dell’annullamento delle trascrizioni ha fatto così tanto scalpore che qualche giorno fa a Milano le associazioni LGBTQ+ sono scese in Piazza della Scala per protestare contro questa decisione. Ma se la comunità è scesa in piazza i politici del centrodestra hanno preferito apparire in televisione. E le loro frasi sono state agghiaccianti. Il primo che ha deciso di regalare la sua perla è stato il Vice-Presidente della Camera Rampelli che ha accusato le coppie omogenitoriali di “spacciare bambini per i loro figli”. Durante la trasmissione In Onda su La7, Rampelli ha attaccato: “Se due persone dello stesso sesso chiedono il riconoscimento, e cioè l’iscrizione all’anagrafe, di un bambino che spacciano per proprio figlio, significa che questa maternità surrogata l’hanno fatta fuori dai confini nazionali“. E anche in questo caso nessun accenno al fatto che la GPA è utilizzata anche dagli eterosessuali.

Subito dopo è toccato alla Ministra delle Pari Opportunità e della Famiglia Roccella che a Mezz’ora in più su Rai3 di Lucia Annunziata dichiara: “La maternità surrogata? È un mercato di bambini. Un genitore omosessuale può essere un ottimo genitore, ma bisogna vedere che modello vogliamo: noi abbiamo un modello che prevede una mamma e un papà”. E anche in questo caso arriva la stoccata che un bambino non crescerebbe bene con un solo genitore oltre che con genitori dello stesso sesso. Dichiarare “noi abbiamo un modello che prevede una mamma e un papà” sottolinea che coloro che non hanno più o non hanno mai avuto il secondo genitore non siano persone da considerare. Ovviamente quello che ha fatto più scalpore non è la frase della Ministra della Famiglia ma lo sfogo di Lucia Annunziata che all’ennesima frase “noi faremo una legge contro l’utero in affitto” sbotta: “e fatela sta legge cazzo”. Sentirsi oltraggiati dallo sfogo della giornalista invece che dalle frasi della Ministra è un chiaro esempio di demenza.

Arriviamo al Presidente della commissione Cultura della Camera Federico Mollicone che anche lui sempre in televisione, così da lasciare le prove ai posteri, a Omnibus su La7 parlando della maternità surrogata ha dichiarato: “È un reato grave, più grave della pedofilia. Siamo di fronte a persone che vogliono scegliere un figlio come la tinta di casa”. 

Un attacco del genere rivolto a una comunità che da sempre lotta per essere riconosciuta come parte del sistema e non solo come bancomat da cui esigere tasse e contributi è un vero e proprio passo indietro. Ci troviamo a dover sentire umiliazioni pubbliche dalla stragrande maggioranza di chi una famiglia tradizionale del mulino bianco non sa nemmeno cosa sia e che si riempie la bocca di bibbia, vangelo e chiesa. Assistiamo giornalmente a veri e propri attacchi omofobi travestiti da pecore indifese che hanno paura di come potrebbe crescere un bambino con due mamme o due papà non mettendo in conto che il danno a questi bambini lo stanno facendo loro declassandoli a bambini di serie c. 

Una tale veemenza e violenza si era già vista in passato. Si chiama fascismo e nazismo. Togliere la libertà ai pochi per sentirsi gratificati, per sentirsi importanti. E così facendo il Governo non parla di quello che davvero sta architettando. Alzare il polverone sulle coppie omogenitoriali così da non dover giustificare la Flat Tax a tutela dei più ricchi e ovviamente a discapito dei cittadini; portare avanti l’idea del ponte sullo stretto, e non sul mare di Sicilia, anche se chi ora sta combattendo con le unghie e con i denti tempo fa aveva dichiarato: “Ci sono parecchi ingegneri che dicono che non starebbe in piedi. E ricordo come hanno detto tanti signori siciliani che oggi il 90% delle ferrovie in Sicilia è a binario unico. Quindi non vorrei spendere qualche miliardo di euro per un ponte in mezzo al mare quando poi sia in Sicilia che in Calabria i treni non ci sono e vanno a binario unico”. 

E come dimenticare la Premier Giorgia Meloni che durante il Congresso Nazionale della CGIL ha detto no al salario minimo senza però dire nulla sugli aumenti che ci sono stati in questi giorni sulle pensioni parlamentari o degli stessi salari parlamentari o ancora degli aumenti dei compensi dei vari Presidenti di regioni o dei comuni. O ancora delle autonomie regionali che il Governo sta portando avanti senza dire nulla ai cittadini.

E ultima, ma non per importanza, la proposta di legge depositata oggi 21 marzo sul riconoscimento della festività del Corpus Domini agli effetti civili per “omaggiare le persone credenti che possono così celebrare la ricorrenza religiosa; un giusto riconoscimento dei valori cristiani”.

È proprio vero quello che circola in queste ore su Twitter: “i francesi non avranno il bidet ma hanno una coscienza sociale che in noi è molto sbiadita. Se anche il Governo decidesse di mandarci in pensione a novant’anni, tutt’al più ce ne lamenteremmo a voce bassa seduti al bar. O al massimo su Twitter a blaterare contro Ministri che se ne sbattono.” 

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