Criptoattività: oltre al rischio finanziario, va messo in conto anche quello ambientale

Mentre le vicende delle criptoattività procedono con esiti alterni (la marcia indietro sui pagamenti in bitcoin da parte di Musk da un lato, il sorpasso di Ethereum su Visa in termini di capitalizzazione di Borsa dall’altro) si leva un nuovo, diverso allarme nei loro confronti.

Se, infatti, finora le perplessità sull’affidabilità delle criproattività avevano costituito il tema ricorrente delle relative discussioni, ora, l’attenzione sembra, invece, essere destata dal profilo del rischio ambientale.

Infatti, già da tempo, si era puntato il dito sulla quantità cospicua di energia elettrica utilizzata per il processo di validazione delle transazioni in bitcoin, associandola alla produzione di gas serra. Una considerazione allarmistica, ripresa da alcuni ricercatori dell’Università di Monaco e del MIT, che ne hanno sottolineato l’impatto ambientale in termini di CO2, ipotizzando un consumo annuale di energia pari a quello di una città con mezzo milione di abitanti.

E’, inoltre, di queste settimane  una pubblicazione della Banca d’Italia dal titolo eloquente, “The Carbon footprint of the Target Instant Payment Settlement (TIPS) System”: a comparative analysis with bitcoin and other infrastructures”. Uno studio, di cui è autore Pietro Tiberi e nel quale l’impatto ambientale delle criptottività viene paragonato con quello del servizio di regolamento paneuropeo lanciato da Eurosistema due anni e mezzo fa (che è stato realizzato ed è gestito dalla nostra Banca Centrale) per regolare i pagamenti elettronici al dettaglio con accredito immediato dei fondi sul conto del beneficiario.

Il confronto, effettuato sui dati del 2019,  non lascia margini a dubbi, con un’impronta di carbonio ascrivibile a TIPS di 40mila volte inferiore a quella dei bitcoin. Una differenza enorme, solo in minima parte giustificata dal minor volume di transazioni sul sistema TIPS, risultando, comunque, molto contenuto l’incremento marginale di emissioni di CO2 per transazione aggiuntiva.

Tra le cause prime di questa rilevante differenza nell’impatto ambientale va ricordata, secondo Tiberi, anche la quantità di energia assorbita dalla necessità di generare fiducia e consenso tra i partecipanti alla rete di criptoattività. Un elemento che per il sistema TIPS non compare, essendo in questo caso la fiducia associata in modo naturale alla solidità ed affidabilità dell’Eurosistema.

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