DDL Zan: i sondaggi dicono si, sia dai politici che dagli italiani

Sembrerebbe che del DDL Zan gli italiani, realmente, non abbiano capito tanto. Ma sembrerebbe che in realtà nemmeno i politici lo abbiano  compreso. Però, stando agli ultimi sondaggi, il DDL Zan ovvero il disegno di legge contro l’omobitransfobia, misoginia e abilismo, potrebbe vedere la luce.

Sempre meglio usare il condizionale per vari motivi; il primo quello per non cantare vittoria prima del fischio finale, il secondo per evitare che qualcuno contrario a questa legge possa sentirsi male leggendo queste parole e terzo, ma non per importanza, perchè in realtà ancora i nostri politici non hanno capito come devono comportarsi.

La risposta a questo terzo punto sarebbe “con coscienza“, ma non possiamo sperare in così “cotanta beltà” da una classe politica che vuoi o non vuoi dall’approvazione del DDL Zan alla Camera dei Deputati è cambiata. Dobbiamo assolutamente ricordare che il DDL Zan alla Camera è stato votato con il Governo Conte Bis. Ora il Governo è un altro, i partiti sono in piena campagna elettorale e tenere fermo un disegno di legge che vuoi o non vuoi è ormai sulla bocca di tutti, fa gioco. Gioco da una parte e dall’altra.

Ma se oggi i Senatori della Repubblica fossero obbligati al voto quanti sarebbero a favore e quanti sarebbero contro? Per dare una risposta a questa domanda ci dobbiamo mettere nelle mani dei sondaggi; il partito che più vuole che il DDL Zan passi è ovviamente il Partito Democratico con il 66% dei suoi Senatori; segue il M5S con il 44%; Forza Italia con il 27%; Fratelli d’Italia dietro con il 22% e poi la Lega con il 12%. Questi sono i numeri di coloro che “sono favorevoli e lo ritengono un provvedimento prioritario“.

Poi come ogni medaglia c’è il suo rovescio ovvero coloro che “sono contrari in generale e che si tratti di un provvedimento sbagliato“; se nel sondaggio precedente risultava essere all’ultimo posto in questo caso la Lega si piazza al secondo posto con il 19%; prima di lei il partito guidato da una donna, Giorgia Meloni e il suo Fratelli d’Italia, che si piazza in vetta con un bel 28%. Al terzo posto di coloro che non vogliono assolutamente questa legge troviamo Forza Italia con il 9% seguito dal M5S con il 55 e chiude il Partito Democratico con il 2%.

Il DDL Zan ormai è diventato il tormentone della politica come “Mille” di Fedez, Achille Lauro e Orietta Berti lo è diventato per l’estate. Comunque stando a questi numeri, che ricapitolando vedono il SÌ di gran lunga “vincente“, il DDL Zan potrebbe passare finalmente e diventare a tutti gli effetti LEGGE.

Ma se nel palazzo del “potere” le idee non sono ancora del tutto chiare, come sono quelle della gente comune, quelle del popolo che da mesi sente parlare solo ed esclusivamente di Covid e DDL Zan?

La maggioranza assoluta, ovvero il 51% degli intervistati, è dalla parte di Alessandro Zan e del suo DDL. Di questi poi il 37% crede che sia di assoluta priorità. Però di questo 51%, solo il 14% si è informato, sa cosa dice il DDL e sta seguendo giornalmente gli sviluppi. Gli italiani contrari al DDL Zan sono il 10% e tutto questo 10% non si è mai informato, non ha seguito e non è interessato a informarsi e a capire.

Dobbiamo anche ammettere che molto in aiuto del DDL Zan, non come legge, ma come comprensione, molti volti pubblici e noti si sono schierati a favore. Hanno utilizzato il loro “potere social” per far capire bene di cosa si sta parlando. E dobbiamo tutti ringraziarli anche perchè, altrimenti, gli italiani sarebbero più confusi dei politici che ci governano. In primis troviamo Fedez e Chiara Ferragni che quasi giornalmente spiegano e aiutano soprattutto i ragazzi a capire cosa sia questa legge e del perché è importante; troviamo Diego Passoni storico conduttore insieme a La Pina del programma radiofonico “Pinocchio” su Radio Deejay; abbiamo un giovane Tommaso Zorzi e una più grande Michelle Hunziker; troviamo Alessandra Amoroso ed Emma. 

Parliamo di un bacino di oltre i 5 milioni di utenti che giornalmente sentono parlare del DDL Zan e che, vuoi o non vuoi, si ritrovano a cercare di capire e di comprendere quello che questa legge vuole dire. Secondo Vincenzo Cosenza, CMO di Buzzoole martech company specializzata in tecnologie e servizi per l’Influencer Marketing, da gennaio ad oggi sono oltre 12.000 i post pubblici degli influencer, etichettati con gli hashtag #ddlzan #iostoconzan #alessandrozan e #leggezan, a cui andrebbero aggiunte un numero non rintracciabile di Storie che scompaiono dopo 24 ore. 

La cosa interessante che emerge dall’analisi dei dati è che non si tratta soltanto di prese di posizione di alcune celebrità del mondo dello spettacolo, ma di un sentire diffuso che coinvolge anche influencer con audience meno ampie. Le celebrity hanno avuto il merito di innescare la discussione; ma poi molti altri ne hanno approfittato per farsi coraggio e raccontare le proprie esperienze personali di discriminazione. Si può stimare un numero di persone uniche raggiunte da questi messaggi di circa 5 milioni. Insomma, il ruolo degli influencer non si può più sottovalutare nel dibattito pubblico sui temi sociali” – ha dichiarato Cosenza. 

Vincenzo Cosenza poi continua con “il picco di contenuti si è avuto a maggio in concomitanza con le manifestazioni in più di cinquanta città d’Italia per supportare la comunità LGBTQ+ e l’approvazione del DDL Zan. Qualche giorno fa ha rincarato la dose la coppia Ferragni-Fedez che ha preso di mira Matteo Renzi, che ha prontamente risposto. E così il tam tam è ripartito e non smetterà fino alla conclusione dell’iter parlamentare“. Ora non ci resta che aspettare il 13 luglio, giorno in cui il DDL Zan verrà discusso in Senato e magari votato. 

Ma la vedo grigia. Meglio tenerlo in caldo ancora per un pò. Le elezioni in realtà non sono così vicine.

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