Vajont

Disastro del Vajont: 59 anni fa una delle tragedia itailane

Era la sera del 9 ottobre 1963, quando nel neo-bacino idroelettrico artificiale del torrente Vajont nell’omonima valle, all’improvviso, una frana si stacca dal pendio del monte Toc e finisce nel bacino. 

L’acqua fuoriesce con una furia incontrollata e si abbatte su Erto e Casso, i paesi più vicini, e l’onda arriva a distruggere gli abitati del fondovalle come Longarone. 260 milioni di metri cubi di terra si staccarono dal Monte Toc. La mattina del 10 ottobre i soccorritori si trovarono davanti ad una distesa di fango e di  detriti. Il bilancio delle vittime giunse a contarne 2.000, ma solo poco più di 700 furono identificate. La furia dell’acqua rese alcuni corpi irriconoscibili, altri li spazzò via come se non fossero mai esistiti.

Le cause della tragedia, dopo numerosi dibattiti, processi e opere di letteratura, furono ricondotte ai progettisti e dirigenti della SADE, ente gestore dell’opera fino alla nazionalizzazione, i quali occultarono la non idoneità dei versanti del bacino, a rischio idrogeologico.

Alle 22:39 del 9 ottobre 1963, 1917 persone di cui 487 bambini morirono. Delle 1917 vittime, 64 persone erano dipendenti dell’Enel e delle imprese Monti e Consonda Icos, impegnate nel completamento della diga e delle opere di servizio.

 

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