Gutenberg

I discepoli di Gutenberg portano la prima vera tipografia in Italia

Con la Biblioteca Statale del Monumento di Santa Scolastica a Subiaco, a pochi chilometri da Roma, prosegue il viaggio tra le meraviglie del patrimonio librario italiano che ogni settimana conduce i visitatori in un percorso virtuale alla scoperta delle 46 biblioteche dello Stato, grazie a una serie di reportage promossi sui canali social del Ministero della Cultura guidato da Dario Franceschini.
Nata all’interno del Monastero fondato da San Benedetto nel V secolo e immerso nella Valle dell’Aniene, la Biblioteca di Santa Scolastica prende il nome dalla sorella del santo ed ha il pregiato titolo di Città della Stampa. È infatti il 1465 quando due monaci tedeschi Conrad Sweynheym e Arnold Pannartz arrivano a Subiaco e, accolti nel monastero i due, discepoli di Gutenberg, portano per la prima volta in Italia la stampa a caratteri mobili. Tra le mura del monastero di Santa Scolastica, Sweynheym e Pannartz impiantano una tipografia che resterà attiva fino al 1467. Nei due anni successivi decidono di dar vita alla prima raccolta a stampa di autori latini classici e cristiani, stampando – ognuna in 275 copie – il De oratore di Cicerone, tre scritti del Lattanzio racchiusi in un unico volume e il De civitate Dei di Sant’Agostino, senza frontespizio, che arriverà anni dopo, ma con il colophon che ne attesta la provenienza. “E sono ancora qui, nella biblioteca di Santa Scolastica nata insieme al monastero per volere del Santo fondatore” racconta nel video Padre Fabrizio Messina Cicchetti, direttore della Biblioteca statale del Monumento di Santa Scolastica.
Entrato a far parte del patrimonio statale a seguito dell’Unità d’Italia, quello di Subiaco è il primo monastero voluto da San Benedetto: la scrittura diventa uno dei compiti principali dei monaci, che nel VI secolo dotano il monastero di circa cento manoscritti. “Si tratta di libri di studio, teologici, di diritto e liturgici, ma anche libri legati a mondo classico, ma di quella produzione – molto impegnativa e costosa – oggi non resta nulla a causa dei saraceni, che nel IX secolo distruggono il villaggio monastico”, racconta il direttore. Dei 12 monasteri, un secolo dopo ne viene ricostruito uno soltanto, quello di Santa Scolastica, intitolato alla sorella di San Benedetto. “Il codice più antico arrivato fino a noi è del X secolo, successivo alla ripresa, ed è un frammento della Regola. Ma conserviamo parecchi manoscritti soprattutto dal XII secolo”.
Oggi la Biblioteca del Monumento nazionale di Santa Scolastica, tra gli oltre duecento manoscritti e volumi acquistati successivamente, possiede circa 150mila volumi. Ad arricchire la raccolta libraria ci sono due archivi, uno legato alla vita del monastero, l’altro è l’archivio gentilizio “più grande in assoluto”, quello della famiglia Colonna. Nel tempo la Biblioteca ha acquistato altri duecento incunaboli – questo il nome dei primi libri a stampa – ma il cuore di questo patrimonio restano i tre libri stampati da Conrad Sweynheym e Arnold Pannartz.  La storia che la Biblioteca di Santa Scolastica conserva dalla sua fondazione a opera di San Benedetto è tutt’oggi oggetto di studio di molti che arrivano a Subiaco per consultare i preziosi documenti. “Oggi- dice infine Padre Fabrizio Messina Cicchetti- questa Biblioteca ha la particolare mission di accogliere il più possibile studiosi e ricercatori, perché queste opere che ci sono giunte dal passato siano occasione di studio, di ricerca e di confronto”.
Il documentario sulla Biblioteca Nazionale di Santa Scolastica fa parte della serie di reportage promossi dal ministero guidato da Dario Franceschini ed è disponibile sul profilo Instagram @bibliotecheditalia: https://www.instagram.com/p/CaEydl9Nadz/
Il prossimo appuntamento con una nuova Biblioteca è giovedì 23 febbraio 2022. Manoscritti antichissimi, minuziose mappe geografiche, edizioni rare e preziose. E poi spartiti musicali, raccolte di incisioni, stampe e incunaboli. Ma anche gli oggetti amati dagli scrittori contemporanei, i quaderni, le lettere private e le dediche.
Realizzato con l’agenzia di stampa DIRE, il progetto è un viaggio alla scoperta dei 46 Istituti statali italiani, scrigni di bellezza e custodi di un patrimonio documentario che ammonta a circa 40 milioni di esemplari: https://cultura.gov.it/bibliotecheditalia

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