Donzelli: la Procura di Roma apre fascicolo

La Procura di Roma ha aperto un fascicolo di inchiesta dopo l’esposto presentato dal Deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, Angelo Bonelli, in seguito alll’intervento di ieri del Parlamentare Donzelli che in aula ha: “reso pubbliche intercettazioni ambientali del Dap tra esponenti della ‘ndrangheta e della camorra con Alfredo Cospito”.

Questa mattina il Pd ha rinnovato la richiesta di dimissioni, estendendole anche al Sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro e chiedendo un intervento del Ministro della Giustizia Carlo Nordio, che a quanto pare, parlerà oggi pomeriggio.

Debora Serracchiani, capogruppo Pd alla Camera, afferma: “Abbiamo avuto conferma che l’on. Donzelli non ha avuto accesso agli atti presso il Ministero come aveva goffamente provato a giustificarsi in aula. La rivelazione deriva, per sua stessa ammissione, dall’on. Delmastro Delle Vedove, che, in qualità di sottosegretario alla giustizia con delega al Dap , ha accesso a informative coperte da segreto. Ne ha svelato il contenuto perché il collega Donzelli potesse usarle strumentalizzandole contro il Pd. Dunque, non c’è più solo un problema Donzelli che non può restare secondo in più in un ruolo delicato come il Copasir (la sicurezza degli italiani è in pericolo se il vice presidente del Copasir è un divulgatore di notizie riservate e facendolo non si rende nemmeno conto di avere commesso un illecito). C’è anche un caso Delmastro Delle Vedove che non può restare un secondo di più al Ministero. La presenza di un soggetto che rivela le informazioni più riservate e delicatissime per la lotta alla mafia e al terrorismo non può rimanere un secondo in più a via Arenula. Se però la presidente Meloni non interviene allora c’è un caso Meloni perché, visti i rapporti che ha con i due, se non li invita alle dimissioni, siamo autorizzati a pensare che abbia approvato o tollerato il piano e la strategia dei due esponenti di Fratelli d’Italia”.

L’Onorevole Donzelli ha risposto: “Se mai io, o qualsiasi componente del Copasir, dovesse rivelare delle informazioni ottenute grazie al proprio ruolo nel Copasir, durante le sedute del Copasir o studiando i documenti del Copasir, farebbe bene a dimettersi. Ma non è questo il caso perché non c’entra nulla. E’ evidente come sono andate le cose”. Poi ha aggiunto:  “Quelle che ho riferito non erano intercettazioni, ma una conversazione captata in carcere e inserita in una relazione del Ministero della Giustizia del cui contenuto, in quanto Parlamentare, potevo essere messo a conoscenza”. 

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