C’è delusione da parte dei Partiti politici per le scelte del Premier sulle pari opportunità che secondo molti hanno rilegato le nomine delle Ministre ai Dicasteri meno importanti, cosìdetti senza portafoglio.
Così dalla sinistra pidiessina alla destra salviniana c’e’ malcontento. I Segretari dei Partiti lamentano che Draghi non li abbia sufficientemente consultati sui nomi e c’è pertanto disaccordo su alcune scelte fatte.
Il Premier, che vanta la non appartenenza a nessuna delle forze in campo del panorama politico italiano, ha scelto in un’ottica non politica, dando la precedenza, come avrebbe fatto chiunque al suo posto e nel ruolo conferitogli dal Capo dello Stato, a personalità di sua fiducia o di alto profilo professionale.
del resto sono tempi difficili quelli che stiamo vivendo, in cui serve agire con rapidità per rilanciare il paese e metterlo in sicurezza. Certamente non a caso, Mario Draghi ha lasciato nei propri incarichi alcuni Ministri dei Dicasteri strategici per la sicurezza e la vita sociale del paese. Speranza alla Salute, Lamorgese l’Interno, Franceschini alla Cultura.
E’ probabile che le polemiche sulle nomien si possano in qualche modo sopire con le nomine che nella prossima settimana Draghi dovrà fare per gli incarichi da conferire ad altre personalità del mondo politico, ma non escluso anche tecnico, come Sottosegretario di Stato.
Le scelte tutt’altro che casuali di Mario Draghi
Per il resto si è rivolto, senza pregiudizi di alcun tipo, a nuovi volti. Si tratta di personalità che svolgeranno un ruolo squisitamente tecnico per operare quelle scelte economiche, finanziarie, commerciali e industriali che devono servire a ripartire nel più breve tempo possibile. Fatto non trascurabile, utilizzando al meglio e rapidamente le ingenti risorse messe a disposizione dall’Unione Europea. Evitare cioè di essere il 27° paese dell’Unione per utilizzo dellel risorse economiche messeci a disposizione e mai utilizzate.
Nella prima riunione del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi ha fatto un appello ai componenti della sua squadra: ‘Lavoriamo insieme per far ripartire Paese. Veniamo da storie e esperienze diverse, uniti per fase difficile”.
Cinque le emergenze che Mario Draghi dovrà affrontare: sanitaria, economica, sociale, educativa e culturale. Superare l’emergenza sanitaria, con un’accelerazione della campagna di vaccinazione e costruire fondamenta solide, con il Recovery Plan, per una ripresa economica. Nel discorso sulla fiducia alle Camere, il Presidente del Consiglio traccerà la via, indicando le sue priorità.
La parola quindi ora passa al Parlamento, dove martedì ci sarà il voto di fiducia al Governo.