Mario Draghi resetta il “sistema”: prevalgono necessità e virtù

L’Italia si desta? La rispota la darà lui, Mario Draghi, il cui  Governo nasce con l’augurio che con pochi chiari obiettivi e decise strategie, si possa rimettere in ordine i sistema politico ed economco del paese. Il tutto reso auspicabilmente possibile da una Governance con giusti innesti tecnici, in numero di  8 su 23 Ministri, che possano riuscire  a far uscire dalla palude un Paese a rischio.

Il compito è arduo, dovendo intercettare una globale rispresa del sistema economico e politico del paese. In effetti si nota già un bagliore in Europa, ma non da noi, salvo qualche sacca industriale. Occorre rapidamente utilizzare il Recovery Fund, o meglio il New Generation EU, uscire dalla emergenza sanitaria.


Le personalità coinvolte, a partire da Draghi, con i tecnici prescelti e con i  politici nuovi e sopravvissuti, inducono a sperare e a tifare. D’altra parte non c’è scelta, essendoci poco tempo, 2 anni per il termine della Legislatura.

Draghi ha dimostrato la sapienza e la pazienza  del buon nocchiero, che fa propria la massima W.A. WORD : “The pessimist complains about the wind; the optimist expects it to change; the realist adjust the sails”.(Il pessimista si preoccupa per il vento; l’ottimista aspetta che cambi; il realista aggiusta le vele). Il Presidente non ha agito con presunzione, ha accettato il giusto compromesso,  ha attuato una efficace contaminazione tra tecnica e politica, ha risvegliato il Turismo ed il Sud, con due ministeri, ha tenuto da conto l’emergenza sanitaria, assicurando continuità al Dicastero. Egli, con il presidente Mattarella, punta su un team di rivali (tecnici e politici appartenenti a varie sponde) per accendere e stimolare la fiamma della capacità, della passione, dell’interesse del Paese.

La rivoluzione copernicana, prodotta da Renzi, è attuata, anche se ritenuta impossibile fino all’altro ieri. A proposito di Renzi. Egli dichiara, dopo battaglia condotta per anni, che oggi il Mes non è più conveniente. Ma l’opportunità di utilizzare il Mes, non era collegata alla disponibilità immediata di 32 miliardi di Euro per la sanità? Non ne abbiamo più bisogno per qualche miracolo di cui non ci siamo accorti?

Abbiamo un Governo più di salute pubblica che di unità nazionale, anche perché questa qualificazione dà più l’idea della emergenza.

E le emergenze continuano ad esserci, una volta che gli squilli di tromba saranno cessati.

I problemi dell’intero sistema politico si manifesteranno rapidamente. Ne citiamo alcuni: sconquasso dei 5 stelle dove è possibile, una scissione a seguito del referendum Rousseau e della posizione Di Battista della quale, con i suoi passaggi da politico a scrittore ad artigiano, ce ne siamo, comunque, fatta una ragione; corsa degli onorevoli e senatori per collocarsi con i vincitori, in vista di prossime elezioni che vanno da quelle in città metropolitane, delle elezione del Capo dello Stato, al rinnovo della legislatura, considerando che i posti a tavola sono nettamente diminuiti (spingiamo perché il reddito di cittadinanza continui: tutti teniamo famiglia!); rivalità tra leader i quali hanno ben compreso che “E’ quando la marea si ritira, che si capisce chi nuotava senza costume”. (W. Buffet)

In questa emergenza del sistema paese – ma speriamo in un lavoro  con metodo, vista la presenza dei tecnici, e senza confusioni – occorre rispettare e rivitalizzare la macchina burocratica. I Capi danno le indicazioni (obiettivi e strategie) ma è lo staff che deve operare. No a brutali spoil system.L’augurio è che, nella scelta dei collaboratori, si tenga da conto una massima molto significativa, appresa a Ginevra, presso una grande multinazionale. It’s difficult to soar like eagles when you work with turKeys (E’ difficile volare come aquile quando si lavora con i tacchini).

Un pensiero finale rivolto, con modestia, a tutti gli attori della attuale stagione: La leadership del sistema paese non è dono divino. Essa risiede nelle menti, nel cuore, nelle azioni di chi ci circonda. Non a caso il Presidente Joe Biden ha usato nel  discorso di insediamento, per ben 32 volte la parola umiltà, che è da tradurre in capacità di ascolto.

Con questo percorso ed accortezze avremo sicuramente un “governo migliore”!

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