Come ha sottolineato la settimana scorsa il Presidente dell’IVASS, nonché Direttore Generale della Banca d’Italia, Luigi Federico Signorini, intervenuto ad un incontro promosso dall’ AIFIRM – Associazione Italiana Financial Industry Risk Managers, il ruolo della finanza sostenibile in Italia sta crescendo in modo significativo.
Lo testimoniano i numeri del 2021, quanto a raccolta dei fondi comuni gestiti da intermediari italiani e orientata verso settori che privilegiano investimenti che ricadono nel perimetro identificato dall’acronimo ESG, Environmental, Social e Governance, raccolta giunta a 34 miliardi di euro; mentre il patrimonio di questi fondi, sempre alla fine dello scorso anno, ha toccato i 158 miliardi di euro, una cifra che rappresenta quasi un quarto del patrimonio complessivo dei fondi italiani.
Lo scenario, in cui si collocano le attività finanziarie orientate al sostegno delle iniziative di economia sostenibile può, ora, anche contare su due elementi favorevoli da non sottovalutare, sia a livello interno che internazionale.
Infatti, nel mese di febbraio, dopo l’approvazione del Parlamento Italiano, è stata pubblicata la legge di riforma costituzionale, relativa agli articoli 9 e 41 della nostra Carta Costituzionale. Una riforma, che ha consentito l’introduzione nel nostro ordinamento giuridico della nozione di ambiente, disegnando un riferimento puntuale alla biodiversità, agli ecosistemi nella prospettiva anche dell’interesse delle future generazioni.
A livello internazionale, poi, alla fine dello scorso mese, l’IPCC –Intergovernmental Panel on Climate Change, un organismo scientifico con sede a Ginevra, creato dall’Organizzazione delle Nazioni Unite nel 1989, frutto della confluenza tra l’Organizzazione Meteorologica Mondiale e il Programma dell’ ONU per l’Ambiente, ha rilasciato la seconda parte del 6° Rapporto sui cambiamenti climatici, con un focus particolare sui temi del loro impatto, dell’adattamento del sistema socio – economico mondiale e della vulnerabilità del sistema Terra; un documento, che rappresenta una nuova, significativa tappa nella presa di coscienza delle conseguenze delle modificazioni climatiche.
Sia l’attività dell’IPCC, il cui compito consiste nella valutazione e nella successiva elaborazione delle informazioni scientifico – tecniche e socioeconomiche per la comprensione dei cambiamenti climatici, sia la legge di riforma costituzionale approvata dal Parlamento Italiano costituiscono, pertanto, due importanti fattori di impulso ad orientare le Istituzioni a monitorare i fenomeni del cambiamento climatico, cogliendone congiuntamente la duplice valenza di una sfida politico – istituzionale, oltre a quella meramente tecnico . scientifica.
Un cambiamento di prospettiva molto importante, che, come si è prima accennato, anche a livello italiano, sta generando una nuova sensibilità verso iniziative economiche svolte all’insegna della sostenibilità, favorendo il reperimento di fondi ad esse dedicate.