Alla fine di quest’anno, secondo un rapporto delle Nazioni Unite, i morti nei combattimenti in corso nello Yemen tra forze governative ed etnia Houthi toccheranno quota 377mila. Secondo il rapporto dell’ONU sono 2ooo i bambini reclutati dai ribelli Houthi morti combattendo tra gennaio 2020 e maggio 2021. Nel rapporto dell’ONU si parla anche di campi e corsi che i ribelli continuano a tenere per incoraggiare i più giovani a scendere sul campo di battaglia.
La guerra civile che si combatte nello Yemen e nel più assoluto silenzio della comunità internazionale, è iniziata nel 2014 nel momento in cui il movimento ribelle degli Houthi, sciita e armato e sostenuto dall’Iran, si è impadronito di gran parte del nord del paese, compresa la capitale Sanaa. Nel marzo 2015, una coalizione di paesi arabi guidata dall’Arabia Saudita è intervenuta nel conflitto, con l’obiettivo di ripristinare il governo cacciato dagli Houthi.
“Nel 2021, a causa del conflitto, ogni nove minuti è morto un bambino yemenita di età inferiore ai cinque anni», si legge nel nuovo documento dell’UNDP. In Yemen, si legge nel rapporto dell’ ONU, venti milioni di persone, cioè due terzi degli abitanti, hanno bisogno di aiuti umanitari per sopravvivere. Si viene a sapere anche che almeno il 60% dei decessi non è legato a cause dirette della guerra, quindi missili, ordigni esplosivi e scontri a fuoco. I killer più spietati sono il poco cibo e le malattie.
I funzionari delle Nazioni Uniti hanno spiegato che i bambini soldato morti avevano tra i 10 e i 17 anni. Ad alcuni di loro era stato detto che avrebbero frequentato corsi culturali e invece venivano addestrati. In altri casi le famiglie sono state minacciate di non ricevere più aiuti umanitari. E c’è stato anche un caso di stupro di un bambino.