E’ in forte crescita l’industria nazionale della cybersecurity

Se da un lato la minaccia di atti di pirateria informatica sta assumendo anche nel nostro Paese una dimensione preoccupante per il moltiplicarsi di eventi delittuosi di intrusione abusiva, accaparramento illegale di dati, etc, dall’altro non può passare sotto silenzio la notevole crescita delle imprese italiane create per contrastare questo dilagante fenomeno con la cybersecurity.

E’ quanto si può evincere da una recentissima elaborazione curata da Unioncamere – Infocamere, basata sui dati ufficiali del Registro delle Imprese delle Camere di Commercio. Da questo studio risulta che il numero delle imprese nazionali attive nel settore della cybersecurity sfiorava a fine 2020 le 3mila unità, con una crescita del 6% negli ultimi due anni e mezzo.

La fotografia scattata da Unioncamere mostra, inoltre, che su base regionale la massima concentrazione di queste imprese si ha nel Lazio (con 679 imprese) seguito da Lombardia, Campania e Sicilia. Quanto agli addetti di settore, nel periodo 2018-2020, sono aumentati di 7mila unità, superando la quota complessiva di 28mila unità, con una popolazione media di 15 unità per impresa. Da notare, poi, che da sole tre regioni, Lazio, Lombardia e Trentino Alto Adige, assorbono 18mila addetti, poco meno di due terzi del totale degli occupati di settore.

Il peso economico significativo del settore dell’industria italiana della cybersecurity è testimoniato, consultando i bilanci delle 815 imprese costituite sotto forma di società di capitali, dal loro valore di produzione complessivo, che nel 2020 è stato di quasi 3 miliardi di euro, con un valore medio pro capite per impresa di circa 3,7 milioni di euro. La velocità della crescita dimensionale del settore è testimoniata in modo inconfutabile dal marcato incremento di valore della produzione, aumentato tra il 2018 e il 2020 di poco meno del 59%.

Ed, infine, non si può tralasciare di sottolineare che dalla fotografia di settore realizzata da Unioncamere-Infocamere si ricava che, anche nel caso dell’indicatore di valore della produzione, è il Lazio, la regione italiana a capeggiare la relativa classifica, registrando il dato più elevato – 1,3 miliardi di euro, pari al 45%del totale –  seguita a distanza dalla Lombardia con 754 milioni di euro.

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