Elsa Peretti, che ha fatto della propria vita un sogno, ci ha lasciato oggi

E’ morta Elsa Peretti celebre designer di gioielli, che ha legato il suo nome a Tiffany. La notizia è arrivata dagli Stati Uniti, dove a darla con un flash è stata Wwd; “è scomparsa a 80 anni (ne avrebbe compiuti 81 il 1° maggio) Elsa Peretti“. Invece la conferma l’ha data Gianfranco Pampaloni, proprietario dell’omonima azienda di argenteria fiorentina che produce per Tiffany e che collaborava con Peretti dagli anni ’80 realizzando le sue creazioni in argento.

Viveva da molti anni tra New York e la Catalogna, aveva 80 anni, ma era ancora in piena attività creativa. 

Nata il 1° maggio 1940 fu modella di Salvator Dalì; Elsa Peretti aveva lavorato, ancora giovanissima, come modella, prima in Spagna e poi a New York, dove viveva dagli anni 60. Il ritratto che le fece Helmut Newton, “Elsa Peretti in Bunny Costume“, è considerato un emblema della fotografia degli anni 80. Nel 1974 Elsa firma un contratto di esclusiva con Tiffany & co per “democratizzare” i suoi gioielli. “Amo ciò che puoi indossare ma anche mettere sul tavolo come un oggetto d’arte” aveva dichiarato. La democratizzazione avvenuta dal 1974 nello storico marchio fece il giro del mondo; ancora oggi, una collana Open Heart in argento è in vendita sul sito Tiffany a 160 euro. Elsa spiegava che i suoi modelli erano ispirati dal senso comune, eliminando ogni eccesso per riprodurre “i contorni morbidi che gli oggetti indossati ogni giorno conquistano nel tempo“.

La sua prima collezione fu un successo mondiale. Diamonds by the Yard, Open Heart e Bone Cuff sono ancora oggi espressione di un design moderno e contemporaneo. In occasione del suo 25esimo anniversario con Tiffany, il Fashion Institute of Technology istituisce “The Elsa Peretti professorship in jewelry design” come riconoscimento alla sua carriera, e le conferisce il dottorato in Fine arts. Le creazioni Elsa Peretti sono nelle collezioni permanenti di prestigiosi musei, dal British Museum al Met di New York.

Alla fine degli anni 60 si trasferisce a Manhattan dove diventa grande amica anche con Roy Halston, fra i più acclamati designer americani degli anni Settanta; soprannominato spesso l’Yves Saint Laurent degli States, fu lui ad arruolare Elsa per disegnare la sua linea di gioielli, attività già intrapreso con lo stilista Giorgio di Sant’Angelo: “La prima cosa che feci a New York, nel 1969, fu realizzare una piccola bottiglia d’argento… che mi rese famosa. Amavo l’idea di girare per le strade con un fiore in un vaso al collo”.

Ci lascia una delle donne più belle che siano esistite. Vogliamo ricordarla con un grazie soprattutto quando con l’enorme eredità ricevuta alla scomparsa del padre, nel 2000 istituisce la “Nando and Elsa Peretti Foundation“; fondazione volta a tutelare e promuovere i diritti umani e civili e che, negli anni, ha supportato più di mille progetti in 81 paesi, per un valore di 50 milioni di euro.

 

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