Eurovision Song Contest: scartata Roma come città ospite. Ne restano 5

Erano 17 le città candidate per ospitare l’Eurovision Song Contest 2022. Ora ne sono rimaste 5. Bologna, Milano, Pesaro, Rimini e Torino.

Roma, che era rimasta in lizza fino a stamane, è stata scartata. La motivazione ufficiale è la mancanza di spazi adeguati alla manifestazione. A dirlo la rappresentanza dell’EBU (European Broadcasting Union) e della Rai che insieme hanno visitato le sei location prese in considerazione per ospitare l’evento. 

Le città candidate devono obbligatoriamente possedere alcuni requisiti per poter ospitare l’Eurovision Song Contest. Per ora non è dato sapere cosa ha portato all’esclusione di Roma, ma l’elenco delle richieste è molto chiaro e dettagliato.

Le città candidate devono avere un aeroporto internazionale a non più di 90 minuti dalla città. Oltre 2 000 camere d’albergo nella zona vicina all’evento. Un’infrastruttura (stadio, sede, centro) in grado di ospitare una trasmissione in diretta su larga scala con alcuni requisiti minimi.

La struttura deve essere al coperto, dotata di aria condizionata secondo gli standard vigenti e ben perimetrabile. Deve avere una capienza di 8.000 – 10.000 spettatori nella sala principale durante l’evento e che corrisponda al 70 per cento della capienza massima prevista per i normali concerti, prendendo in considerazione le specifiche esigenze di Eurovision per palco e produzione. Essere dotata di un’area principale che possa ospitare un allestimento e tutti gli altri requisiti necessari a realizzare una produzione di alto livello con altezze disponibili di circa 18 metri, in particolare, con buone capacità di carico sul tetto, e facile accesso al carico.

La macchina Eurovison durerà due mesi e mezzo

Inoltre deve avere una struttura logistica intorno all’area principale che supporti le esigenze della produzione dello show quali: infrastrutture per la sicurezza, un centro stampa per mille giornalisti, un’area per le delegazioni degli artisti che includa i camerini, strutture per il personale ed uffici, un’area per l’hospitality, servizi per il pubblico come toilettes e punti per la vendita di cibo e bevande.

In più la città deve disporre di aree a raso e di facile accesso contigue ed integrate nel perimetro dell’infrastruttura per il supporto tecnicologistico di 5.000 metri quadri; essere disponibile esclusivamente per 6 settimane prima dell’evento, 2 settimane durante lo spettacolo e una settimana dopo la fine dell’evento per lo smontaggio.

Da quelle che sono le esigenze per poter organizzare l’Eurovision Song Contest delle 5 città rimaste in gara sono tre quelle che rispondono a tutte queste richieste. Bologna, Milano e Torino. Ma se analizziamo attentamente le tre città Milano ha la fortuna di avere nell’arco di 50 minuti dal centro addirittura tre aeroporti pronti ad accogliere tutti i partecipanti europei che vorranno assistere all’evento in diretta. In più Milano ha anche studi Rai presenti in città.

Non resta che aspettare la fine di agosto, massimo i primi di settembre, per scoprire quale città avranno scelto l’EBU e la Rai.

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