Evade dal carcere di Rebibbia

Un detenuto evade dal Carcere di Rebibbia di Roma. L’allarme scatta intorno alle 17 e sono  avviate battute di ricerche delle Forze dell’Ordine ad ampio raggio.

Dalle prime informazioni, sembra si tratti di un uomo italiano di 41 anni. Stando a quanto comunica il Segretario Generale del Sindacato della Polizia Penitenziaria SPP, Aldo Di Giacomo, il detenuto evaso è  “avvantaggiato della oramai cronica carenza di personale di sorveglianza.


Un’evasione dal carcere degna di un  film, ben pensata e realizzata con destrezza. “Molto probabilmente – precisa  Di Giacomo –  ha scavalcato la rete dei passeggi per poi arrampicarsi e scavalcare il muro di cinta. Il detenuto, dalle prime informazioni, sembrerebbe aver commesso reati contro la persona”.

Sempre secondo il sindacalista “questa ennesima evasione mette a nudo tutte le criticità di un sistema carcerario sempre più in difficoltà. Sia per la natura delle strutture sia per le gravi carenze organiche e di sistemi di allarme adeguati. È sicuramente necessario investire in nuove strutture e nell’assunzione di personale della polizia penitenziaria. I Governi nell’ultimo decennio hanno investito cifre insignificanti e l’evasione di oggi,  ne è il risultato concreto”.

Intanto continuano le ricerche a largo raggio da parte di Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza alle quali è stata diramata la foto segnaletica e alcuni dettagli che possono aiutare indirizzare le forze dell’ordine nell’identificazione  dell’uomo.

Il commento del Sindacato UILPA Polizia Penitenziaria

“L”emergenza connessa alla pandemia da coronavirus nelle carceri, caratterizzata anche dalle rivolte del marzo dello scorso anno, si  somma all’emergenza preesistente da tempi remoti e fatta di inefficienze strutturali”. E’  il commento di Gennarino De Fazio, Segretario generale della UILPA Polizia Penitenziaria, che spiega: “Carenze e inattualità tecnologiche, deficit organizzativi e, soprattutto, inadeguatezza delle dotazioni organiche della Polizia penitenziaria che, secondo uno studio  del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, ammonta a oltre 17mila unità.” “Se a questo si assommano le assenze dal servizio per Covid-19 e per isolamento precauzionale, è di tutta evidenza che se il sistema ancora in qualche misura regge, senza andare esattamente in frantumi, lo si deve solo al diuturno ed encomiabile sacrificio individuale di ciascun operatore, delle diverse professionalità”.
Alle ricerche tutt’ora in corso partecipano anche gli elicotteri della Polizia di Stato.

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Redazione

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