Fabrizio Quattrini: l’appuntamento al buio 2.0 con Matrimonio a prima vista

Stasera in prima serata su Real Time andrà in onda l’ultima puntata di “Matrimonio a prima vista Italia”, il docu-reality che vede protagoniste tre coppie di sconosciuti che, con il classico appuntamento al buio, contrarranno matrimonio.

Le coppie formate durante casting mirati, si sposeranno e staranno insieme per cinque settimane alla fine delle quali decideranno se continuare ad essere sposati o se divorziare.
La scelta delle tre coppie, che ricordiamo si uniranno legalmente vedendosi per la prima volta il giorno delle nozze, è affidata a tre esperti che sulla carta trovano le compatibilità e formano le coppie: Nada Loffredi sessuologa, Mario Abis sociologo e Fabrizio Quattrini psicoterapeuta.

Abbiamo parlato con Fabrizio che si occupa oltre che di terapia di coppia anche di sessuologia, psicologia ed è docente universitario dal 2008 in “clinica delle parafilie e della devianza”:
Non parlo durante le mie lezioni di quelle che sono le ex perversioni in modo negativo e stereotipate, io insegno a futuri psicologi un approccio sano e costruttivo ad una sessualità atipica e non convenzionale” ci spiega durante la nostra intervista.

Parlando con lui ci si rende conto immediatamente della sua professionalità e della sua umanità; si rimane affascinati e catturati dalla sua conoscenza e sarebbero tantissime le domande che si potrebbero fare ma iniziamo con quelle riguardanti il suo ruolo all’interno del programma:
Mi occupo della parte più emotiva per capire come poter aiutare le coppie in questo loro percorso; cerco di essere un supporto durante i momenti di crisi. Nella selezione delle coppie è mia responsabilità quella di creare dei profili più possibile attinenti a quello che è la loro compatibilità. Faccio fare ad esempio dei test legati alla sensorialità proprio per vedere se ci sono delle caratteristiche personali che vanno a unirsi con l’eventuale scelta del partner.  Faccio proprio un colloquio clinico dove faccio parlare i candidati e dove vado a cercare tutta una serie di elementi importanti che poi ci serviranno nella parte finale, cioè quella della scelta dei partner e scortarli fino al giorno del sì lo voglio”.

Nell’analisi di parametri puramente statistici molte delle coppie che si sono formate in questi anni durante le varie edizioni del programma, sarebbero le più felici del mondo:
Nella carta tutte le coppie che andiamo a selezionare potrebbero essere quelle di “e vissero felici e contenti” ma nella realtà ci sono troppe variabili ad esempio quella del primo incontro: come dice il detto anche l’occhio vuole la sua parte. In alcuni casi la nostra immaginazione ci crea un tipo di persona che vorremmo fosse in quel modo anche fisicamente in base alle informazioni che abbiamo percepito anche senza vederlo, quindi nel momento del primo incontro se esteticamente non si rientra nei canoni che ci siamo fissati questo può farci fare un passo indietro”.

Quindi l’amore eterno? Stare insieme per tutta la vita? è tutto un bluff:
Stare insieme e bene per tanto tempo è abbastanza illusorio, cioè non mi va di illudere le persone dicendo sì si può stare insieme per tutta la vita; per farlo ,e può accadere, non serve la compatibilità ma serve una grande intelligenza e una grande disponibilità verso il o la partner. Serve la voglia continua e costante di rinnovarsi all’interno della coppia. Quel rinnovarsi è legato a quella famosa fase di innamoramento che in Matrimonio a prima vista, scatta in maniera diversa, che dovrebbe nelle coppie in generale ripresentarsi ciclicamente per evitare la routine e all’appiattimento della coppia.

Giorgia e Luca, Nicole e Andrea, Sitara e Gianluca sono le tre coppie selezionate quest’anno:
All’inizio del programma abbiamo raccontato molto il lockdown e a causa di esso ci è venuto in mente di dare la possibilità, sempre in anonimato, alle future coppie di messaggiare o di inviare dei brani in modo da incuriosire da un lato, ma allo stesso tempo per noi diventava utile per capire se le persone che avevamo selezionato potessero andare bene innescando una specie di pre follow-up. Solo una coppia, quella formata da Sara e Gianluca, è nata completamente dentro il lockdown, cioè non ha avuto la possibilità di affrontare i casting e magari vedere gli altri ragazzi e ragazze che si erano presentati, quindi per loro naturalmente è stata una situazione completamente diversa. Situazione che ci ha permesso di capire meglio che tra loro c’era una buona dose di compatibilità”.

Per il futuro: “Ho presentato alla produzione e alla rete la possibilità di poter aprire i casting, visto anche le richieste di partecipazione, a coppie omosessuali e la risposta è stata positiva.
Non è stato possibile in questa edizione per vari motivi uno dei quali perché gli autori devono studiare bene la variante del format, serve un’attenzione più particolareggiata.
Ovviamente in Italia, per le coppie delle stesso sesso, non possiamo parlare di matrimonio ma questo non ci dovrebbe fermare ad esempio già dall’anno prossimo di avere una coppia unita civilmente. Quindi oggi no, ma sicuramente ben presto si, anche perchè mi sembra sciocco visto che la coppia non è solo eterosessuale, anzi sarebbe bellissimo poter parlare anche di quello che riguarda il poliamore; è chiaro che per tutte queste evoluzioni in alcuni format ci vuole un po più di tempo.

Matrimonio a prima vista non è il primo programma che vede la consulenza di Fabrizio Quattrini:
Ho partecipato al programma Sex Therapy un docu-reality dedicato al sesso, aiutando le coppie a risolvere i propri problemi sessuali.

In merito alle nuove tecnologie che permettono stando seduti sul proprio divano di conoscere altre persone:
C’è una differenza enorme tra millennials e generazione z: i millennials sono stati sfortunati a causa degli stereotipi delle generazioni precedenti, quindi anche se padroneggiano bene la tecnologia, nell’ambito legato alla sessualità e alle relazioni, li hanno portati in grandi confusioni che sono poi anche associate ad eventi storici delle evoluzioni. Nel mio libro Il Piacere Maschile, ad esempio, affronto il fatto che l’uomo è molto vulnerabile a causa di stereotipi che non ha mai voluto affrontare e cambiare, invece la donna post femminista è attualmente agguerrita diventando una “maschia”, rischiando però di prendere spunto da quegli stereotipi maschili credendo che quelli siano il punto forza per diventare più adeguate nel contesto sociale. Per quanto riguarda la generazione z, dove la tecnologia è più presente, ho notato la voglia di superare questi stereotipi e quindi permettersi di essere tutti più fluidi. Questa fluidità è una grande risorsa, permette di essere liberi e di vivere quello che si è e quello che ci si sente di essere. Entrare in contatto virtualmente non è un errore anzi, oggi nel vivere smart è utile e funzionale, ma bisogna sapere che cosa si vuole ottenere da questo mezzo. Se non lo si impara ad utilizzare si rischia la forma più pericolosa ovvero la dipendenza.

Un ringraziamento a Rudy Maker per il ritratto di Fabrizio Quattrini.

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