Femminicidio: a causa del lockdown sono aumentati i casi

Durante i mesi che abbiamo passato rinchiusi in casa, si è allungata sempre di più la lista dei casi di femminicidio che si sono svolti nel nostro Paese.

A comunicarlo è un report dell’Istat dedicato agli omicidi. Nei primi 6 mesi del 2020 si è registrato ben il 45% totale degli omicidi, nel 2019, nello stesso lasso di tempo, erano il 35%.

Nei mesi di marzo e aprile, la percentuale è arrivata al 50%. Secondo l’Istituto di statistica, nel 90% dei casi, le donne sono state uccise all’interno delle mura domestiche, durante il primo semestre del 2020, per mano di partner o ex partner.

Agli omicidi dei partner si sommano quelli di altri familiari, ben il 22,5%, e di altri conoscenti, 4,5%, valori complessivamente stabili negli anni.

Nel 2019 il tasso di donne vittime dei partner violenti sono stati più elevato nelle Isole. Ben il 0,36 per 100 mila donne, contro lo 0,22 della media nazionale, a seguire nel Nord-est e nel Nord-ovest.

Tra le regioni, si collocano sopra la media l’Abruzzo, l’Emilia Romagna, la Liguria, la Sicilia e la Sardegna, con tassi da 0,45 a 0,36 per 100mila donne. Sono in ambito familiare i pochi omicidi dell’Umbria, della provincia di Trento e di Bolzano. Invece quasi tutti quelli accaduti in Piemonte, Liguria, Marche, Toscana, Campania, Calabria, Puglia e Sardegna sono in famiglia. Nella Regione Basilicata, invece, durante il 2019 non si sono registrati omicidi di donne.

Il dato sulle uccisioni delle donne, è stato poi confermato, pochi giorni fa, nel rapporto del Servizio analisi criminale della Polizia. Dallo studio è emerso un leggero aumento delle vittime di sesso femminile, passate da 111 del 2019 a 112 del 2020. Si è registrato, soprattutto, un incremento delle donne uccise in ambito familiare, salite da 94 del 2019 a 98 dell’anno scorso.

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